mathesis
‹màteṡis› s. f. [traslitt. del gr. μάϑησις, dal tema μαϑ- di μανϑάνω «imparare»]. – Termine che significa propriam. «apprendimento, conoscenza», adottato nel linguaggio filosofico e matematico con il sign. di «scienza matematica», soprattutto nella locuz. mathesis universalis, assunta a indicare nella filosofia moderna, e in partic. nel razionalismo di Cartesio e di Leibniz, il concetto (o piuttosto il progetto) di una scienza matematica universale, distinta dalle altre discipline matematiche (aritmetica, geometria, ecc.) e ad esse sovraordinata, in quanto ha per oggetto i loro principî comuni, e che quindi studia la quantità astrattamente intesa come suscettibile di misura, con le sue proprietà, le sue leggi di relazione, rapporto, proporzione. Per Cartesio è la scienza generale «che si propone di spiegare tutto ciò che può essere indagato riguardo all’ordine e alla misura, senza riferimento ad alcuna materia speciale». In Leibniz è così chiamata l’arte combinatoria (v. combinatorio), cioè il metodo di un calcolo logico che, partendo da poche nozioni primitive e utilizzando un linguaggio simbolico, possa servire a costruire un sistema di concetti di valore incontrovertibile. Nella fenomenologia husserliana, l’espressione è stata ripresa per indicare la logica formale o pura, come scienza eidetica dell’oggetto in generale.