mastino
s. m. [dal fr. ant. mastin, che è il lat. (canis) mansuetinus, dim. di mansuetus «mansueto, addomesticato»]. – 1. Nome di alcune razze di cani molto robusti e massicci, da guardia o da difesa, di origine molto antica: m. inglese (in ingl. mastiff), alto 80 cm e più, con mantello fulvo dorato o argentato, rossastro, tigrato, e muso, orecchie e contorno degli occhi neri; m. spagnolo, un po’ più piccolo del precedente, con orecchie diritte e pelo corto di colore bianco e nero; m. napoletano, alto 70 cm circa, con pelo raso, fitto, lucente, nero-grigio o tigrato fulvo, testa grossa, mascelle robustissime, collo tozzo e muscoloso con la pelle corrugata alla gola in forma di giogaia. Anche in funzione di agg.: cane mastino. 2. Usi fig.: essere, parere un m., di persona burbera che tratta irosamente chi le è vicino. In Dante (Inf. XXVII, 46): E ’l mastin vecchio e ’l nuovo da Verrucchio, verso allusivo a Malatesta da Verucchio (ant. Verrucchio) diventato alla fine del sec. 13° signore di Rimini, e al figlio Malatestino, chiamati con questo epiteto per la ferocia mostrata contro gli avversarî. Mastino fu soprannome, poi nome, in uso nella famiglia veronese dei Della Scala.