marito
s. m. [lat. maritus, der. di mas maris «maschio»]. – 1. a. Uomo che ha contratto matrimonio, considerato in relazione alla moglie: nel passato la moglie aggiungeva al proprio cognome quello del m.; è venuta a trovarmi una mia collega con il m., o (senza articolo se preceduto dall’agg. poss.) con suo m.; lo chiederò a mio m.; di’ a tuo m. di telefonarmi appena può; essere m. e moglie, essere sposati (anche fig., di due cose che stanno bene insieme). In locuz. particolari: dare m. a una ragazza, maritarla; e sempre di donna: aver m., essere maritata; avere per m., scegliere per m., prendere per m., o come m. (indicando poi il nome o la condizione della persona); perdere il m., diventare vedova; riprendere m., sposarsi in seconde nozze; essere divisa dal m.; cercare m.; non trovare marito. Come locuz. agg., da marito, nelle espressioni età da m., l’età in cui una donna si può sposare; essere da m., una ragazza da m., in età da marito. Prov., tra moglie e m. non mettere il dito, come consiglio di non intromettersi nelle questioni che riguardano strettamente i due sposi. b. In senso mistico, riferito al papa come sposo della Chiesa, in Dante, Inf. XIX, 109: Quella che con le sette teste nacque, E da le diece corna ebbe argomento, Fin che virtute al suo m. piacque. c. non com. Il maschio, in una coppia di animali. 2. In viticoltura, il tutore vivo della vite, ossia un tronco d’albero (acero, olmo, pioppo) che fa da sostegno alla vite (a cui, cioè, la vite si marita). ◆ Dim. maritino; vezz. o spreg. maritùccio; accr. maritóne; pegg. maritàccio.