margherito
s. m. (iron.) Chi fa parte dell’aggregazione politica della Margherita. ◆ Anche a Roma (Comune e Regione) i consulenti dilagano. Sempre a Roma, la Provincia del margherito Enrico Gasbarra sgancia 72 mila euro l’anno per i suggerimenti di uno che se ne intende: Maurizio Costanzo, beneficiato anche dal Comune di Genova. E qui mi fermo, per non farvi soffocare dal disgusto. (Giampaolo Pansa, Libero, 14 agosto 2004, p. 2, Anzitutto/Stipendiopoli) • Sempre ieri due margheriti, il braccio destro di [Francesco] Rutelli Paolo Gentiloni ed Ermete Realacci, hanno rivendicato «a testa alta» – ma con una più sbrigativa nota di agenzia – i loro tre sì. (F. Fan., Unità, 4 giugno 2005, p. 2, Referendum) • [Stefano] Zara è stato presidente di Assindustria Genova dopo lo stesso [Riccardo] Garrone. Ha vinto le elezioni politiche suppletive durante il governo Berlusconi, ma è stato accantonato nel 2006 a favore di altri «margheriti». (Alessandra Pieracci, Stampa, 6 gennaio 2007, p. 9, Interno).
Derivato dal nome proprio Margherita con il cambio del suffisso in -o.
Già attestato nel Corriere della sera del 19 maggio 2001, p. 51, Cronaca di Roma (Giovanna Cavalli).