maoismo
s. m. – 1. L’elaborazione del marxismo-leninismo operata dal rivoluzionario comunista e primo presidente della Repubblica Popolare Cinese Mao Tse-tung ‹mao zë tùṅ› (1893-1976), caratterizzata, nella particolare situazione semi-coloniale cinese, dalla lotta allo sfruttamento feudale nelle campagne (collettivizzazione delle terre), dalla saldatura della lotta dei contadini con quella del proletariato urbano e dalla prosecuzione della lotta di classe (contro gli elementi divenuti tecnocrati e burocrati) anche dopo l’edificazione della società socialista. 2. Con lo stesso nome si è più recentemente indicato l’insieme delle interpretazioni del pensiero di Mao avanzate all’interno di numerosi movimenti di liberazione in paesi coloniali e del terzo mondo, nonché nell’ambito della contestazione politica della società industriale, operata dai movimenti degli studenti e più in generale da organizzazioni politiche che hanno assunto come modello la «rivoluzione culturale proletaria» (1966) e il suo radicalismo, accentuando di volta in volta l’elemento volontario e soggettivistico dell’azione politica, la critica della civiltà industriale, la lotta armata di popolo, la contrapposizione nei confronti sia dell’imperialismo sia del comunismo sovietico, la riflessione filosofica e politica sul tema della contraddizione (v. contraddizione, nel sign. 2 d).