mantello
mantèllo s. m. [lat. mantellum «velo», in epoca mediev. «mantello»] (pl. ant. anche le mantèlla). – 1. a. Indumento maschile e femminile, lungo e ampio, privo di maniche, spesso con cappuccio, che si porta sopra i vestiti, appoggiato sulle spalle e agganciato al collo in modo che ricaschi tutto intorno alla persona e possa drappeggiarsi variamente: nella forma più ampia, tipica dei costumi tradizionali di alcune regioni d’Italia, consta di un intero cerchio di panno (m. a ruota) con foro centrale per il capo e apertura lungo un raggio: mettere, togliere il m.; vide il re uscire della sua camera inviluppato in un gran m. (Boccaccio); modo prov.: il sarto fa il m. secondo il panno, ciascuno opera secondo i mezzi che ha a disposizione. Di forma analoga è anche quello che fa parte di alcune uniformi militari indossate da ufficiali e soldati. b. Nel linguaggio della moda (per influsso del fr. manteau), qualsiasi tipo di soprabito o cappotto femminile, anche fornito di maniche; in partic., cappotto ampio, privo di cintura, sia da mattina sia da sera: m. sportivo; m. da sera di velluto nero. 2. a. estens. Strato di vegetazione, oppure di neve, brina, ecc. (più com. in questo senso manto): un verde m. copriva la terra; la città si svegliò sotto un m. di neve. Più specificamente, in ecologia, formazione vegetale che si sviluppa ai margini del bosco, prevalentemente arbustiva, caratterizzata, come ogni fascia di transizione tra due ambienti (v. ecotono), da una maggior ricchezza di specie rispetto alle formazioni che delimita. b. fig. Finzione, pretesto, aspetto assunto per sola apparenza, per opportunismo, o allo scopo di ingannare (più com. anche in questo senso manto): sotto il m. della carità celava l’egoismo e l’avarizia; col m. dell’amicizia riuscì a frodarlo. Locuzioni fig.: mutare, rivolgere, rivoltare il m. (più com. giubba, casacca, gabbana), cambiare opinione; prov. scherz.: Guelfo non son, né ghibellin m’appello, A chi mi dà rivolterò il mantello, dichiarerò opportunisticamente d’essere del suo partito. 3. L’insieme dei peli e dei crini di alcune specie di mammiferi, in rapporto al colore: il m. pezzato delle mucche; il m. maculato del leopardo; il m. dei cavalli (m. nero, bianco, sauro, baio, isabellino, roano, ecc.). In zoologia: a. Lo strato esterno del corpo dei molluschi gasteropodi e bivalvi, che secerne la conchiglia. b. Il rivestimento interno della tunica degli urocordati e delle valve dei brachiopodi. 4. Nell’anatomia dei vertebrati, m. cerebrale, lo stesso che pallio. 5. In citologia, m. del fuso, la parte esterna del fuso mitotico costituita da fibre che non si continuano dall’uno all’altro polo del fuso, come quelle della parte centrale, ma sono interrotte nella regione equatoriale perché collegate ai centromeri dei cromosomi. 6. M. terrestre, in geofisica, l’involucro interno della Terra – delimitato verso la litosfera (a circa 70 km di profondità) e verso il nucleo (a circa 2900 km) da superfici di discontinuità sismica – costituito da materiali basici e ultrabasici a grande densità. Si ritiene sia formato da una parte superiore priva di rigidità e elasticità (astenosfera), individuata dalla minor velocità e dal parziale assorbimento (rispetto alla litosfera) delle onde sismiche, e da una parte rigida (mesosfera) nella quale la velocità e l’efficienza delle onde sismiche aumentano in profondità con incrementi diversi e, in certe zone, con brusche variazioni indicanti, nei materiali, transizioni verso strutture molecolari più dense. 7. Nella tecnica, nome generico di dispositivi o elementi di macchine che ne coprono o contengono altri. In partic.: a. Grande corpo cilindrico che, in alcuni tipi di caldaie, racchiude il fascio tubiero. b. Nella propulsione navale, condotto nel cui interno è sistemata l’elica propulsiva (nei sistemi di propulsione detti a elica intubata o, appunto, a elica in mantello). c. In elettrotecnica, trasformatore a mantello, trasformatore in cui l’avvolgimento è quasi interamente circondato dal nucleo magnetico. 8. Nella terminologia edilizia, con riferimento a ponti ad arco in muratura, muro di mantello, lo stesso che muro di risvolto (v. risvolto). 9. Nella scenotecnica, m. di Arlecchino, elemento del palcoscenico posto a cornice del sipario, costituito da un telone orizzontale e da due teloni verticali, legati a stangoni di ferro o di legno, appesi alla soffitta per mezzo di tre o più corde comandate dai ballatoi. 10. In araldica, lo stesso che manto (v. manto2, nel sign. 4); si dice interzato in mantello lo scudo mantellato di tre smalti nel quale le due linee partono dagli angoli inferiori convergendo nel centro della linea del capo. 11. In matematica, denominazione della superficie laterale di alcuni solidi (cilindro, cono, prisma, piramide, ecc.). ◆ Dim. mantellétto (v.), mantellino; spreg. mantellùccio; accr. mantellóne (v.); pegg. mantellàccio.