mannaia
mannàia (region. mannara, manara, manèra) s. f. [lat. tardo manuaria, femm. dell’agg. manuarius «manuale», der. di manus «mano»]. – 1. a. Specie di grossa scure con manico lungo, che anticamente serviva anche da arma. In partic., l’arma con la quale il boia troncava sul ceppo la testa di un condannato a morte: finire sotto la m., essere condannato a morte. b. estens., non com. La lama della ghigliottina. c. Nell’uso agricolo, tipo di accetta a lama piuttosto ampia, per squadrare tronchi e toppi. 2. In senso fig., pericolo grave e incombente come una condanna a morte, in frasi quali: essere sotto la m.; avere la m. sul capo o avere il capo sotto la m., e sim.; in altri casi, la parola è usata per alludere a regimi tirannici e violenti, o per indicare metodi e provvedimenti duri e radicali: la m. non ha mai fermato il progresso; per mettere ordine in quell’ambiente ci vorrebbe la m. (o, più esplicitamente, la m. del boia). ◆ Dim. mannaiétta o mannarétta (region. manarétta, manerétta), mannarina (region. manarina, manerina), e mannarino m. (region. manarino, manerino), che sono anche nomi (soprattutto nella forma mannaretta) di un grosso coltello da cucina, con larga e robusta lama di forma trapezoidale, usato per tagliare con facilità le carni con osso.