maleficio
malefìcio (o malefìzio; ant. malifìcio o malifìzio) s. m. [dal lat. maleficium, comp. dell’avv. male e facĕre «fare»]. – 1. Azione moralmente cattiva, atto disonesto, misfatto, delitto: Miser chi mal oprando si confida Ch’ognor star debbia il maleficio occulto (Ariosto). Con questo sign., non più vivo oggi, il termine ricorre in alcune espressioni del linguaggio giur. antico: tribunale del m. (anche assol., il maleficio), il tribunale criminale; giudice del m.; libri dei malefizî, i registri o i quaderni dei notai addetti ai processi criminali (detti perciò notai del m. o dei m.), dove venivano segnati le generalità del reo, il titolo e l’esito della procedura (a Venezia erano detti raspe o libri di raspa, a Firenze specchi); promissione del m. (o sopra i m.), titolo dello statuto criminale della Repubblica di Venezia. 2. Nelle tradizioni proprie di diverse culture, azione ritenuta tale da procurare danno, sia che risulti da presunte capacità «psichiche» connaturate a determinate persone (iettatura, malocchio), sia che venga eseguita volontariamente, per es. con il ricorso a formule pronunciate o scritte, oppure con manipolazioni di immagini o oggetti (abiti, capelli, ecc.) appartenuti alla vittima.