male1
male1 avv. [lat. male, avv., der. di malus «cattivo»] (in posizione proclitica si tronca comunem. in mal). – 1. a. In modo non buono, non retto, non giusto; in modo non conveniente, non opportuno, non vantaggioso, non rispondente alla legittima aspettazione (sempre in diretta contrapp. a bene): agire m.; comportarsi m.; dipingere, scrivere, suonare m.; hai fatto m. a rispondergli in quel modo; le fotografie sono riuscite m.; una trattoria dove si mangia male. Prov., chi mal fa mal pensa. b. Con alcuni verbi ha sign. più determinati: andar m., procedere o riuscire in modo contrario al desiderato: gli affari vanno m.; l’esame è andato m.; andare di m. in peggio, di situazione che va peggiorando sempre più; finir m., avere esito cattivo, e riferito a persona, fare una brutta fine: E non pò mal finir chi l’ha parlato (Dante), chi ha parlato con lei non può morire in peccato; parlar m., esprimersi in modo scorretto, dire cose non giuste; parlar m. di uno, farlo oggetto di critica malevola, sparlarne (in questo senso anche dir m. di uno, v. male2); restare, rimanere m., deluso, contrariato; rispondere m., in modo non rispettoso, arrogante; sentirsi m., avere disturbi di salute, avere un malessere; con sign. affine, stare m., essere ammalato (ma anche di cosa, non adattarsi, non essere appropriata: questo cappello ti sta m.; discorsi che stanno m. in bocca a un educatore); stare m. a quattrini, averne pochi; star m. in gamba, esser fiacco, debole; vestir m., in modo non elegante; mal vestito, con vestiti poveri o insufficienti; scherz. per litote, non esser m., in funzione predicativa: quella ragazza non è m., è abbastanza carina. Con verbi di percezione (sentire, capire, intendere, ecc.) significa ora imperfettamente, non pienamente (ho inteso m. perché ero distante), ora in modo diverso da quello giusto (se non intendo m.); Questo principio, male inteso, torse Già tutto il mondo quasi (Dante); veder m., non chiaramente, per ragioni contingenti, per difetto di vista e sim.; ma veder m. una persona, una cosa, vedere di mal occhio, considerare sfavorevolmente. 2. Talvolta ha valore di semplice negazione, col sign. di «non», «non del tutto»: dogliendosi della fede che gli era stata male observata (Boccaccio); credo che mal si adatterebbe a questa vita; sono cose che faccio mal volentieri. Può fondersi in una sola parola con l’aggettivo: malaccorto, malfido, ecc. (v. mal-). ◆ Il compar. più male è poco com. (tranne che in alcune locuz. verbali), e per lo più sostituito da peggio (v.); è com. invece il superl. malissimo, che solo in taluni casi si alterna con pessimamente. ◆ Dim., non com., malino; più frequente malùccio, con valore attenuativo: gli esami mi sono andati maluccio.