macula
màcula (raro màcola) s. f. [dal lat. macŭla: v. macchia1]. – Forma ant. e letter. per macchia, spec. in senso morale: sono quasi come dei, sanza macula di vizio (Dante); io non cercai ... d’imporre alcuna macula all’onestà e alla chiarezza del vostro sangue (Boccaccio). In senso proprio, il termine è usato in alcune locuz. dell’anatomia e della zoologia: m. densa, nell’anatomia microscopica del rene, piccola area di cellule, alquanto stipate, presente nella parete dei tubuli contorti distali del rene, in prossimità dei glomeruli; m. germinativa (o germinale), corpuscolo che si trova nel nucleo dell’uovo (particolarm. in quello degli uccelli), e corrisponde al nucleolo; m. lutea (o semplicem. macula), zona centrale, di colorito giallastro, della retina dell’uomo e dei primati in genere, della quale rappresenta la parte più sensibile; nell’orecchio interno dei vertebrati, m. acustiche o otolitiche, le aree sensitive dell’epitelio del labirinto membranoso, di regola tre, comprese nell’utricolo, nel sacculo e nella lagena, innervate dai rami vestibolare e cocleare del nervo acustico; m. cribrose (v. cribroso).