lustrinato
agg. Ornato, ricoperto di lustrini. ◆ Il laico [Tom] Ford è diventato l’indiscusso sacerdote del lusso proprio quando il credo minimalista ha cominciato a fare proselitismo. Imperversano ragazze e giovanotti esangui in abiti fin troppo essenziali? Lui risponde con lo slip lustrinato, le scarpe di coccodrillo, il jeans con il diamante. Per far sognare, per far sorridere, per far vendere soprattutto: passare inosservati non è condizione gradita a tutti. (Gian Luigi Paracchini, Corriere della sera, 30 giugno 1998, p. 15, Cronache) • Esiste un limite, al folle mixaggio tra le tragedie dell’umanità e il varietà televisivo? Forse qualcuno dovrebbe tracciarlo, un confine del genere, e stabilire per esempio che non si possono organizzare amene serate estive con sfilate di soubrette lustrinate e di cantanti aggrappati al playback nel nome dei bambini soldato della Sierra Leone. (Sebastiano Messina, Repubblica, 15 luglio 2002, p. 45, Programmi Tv) • E lo spettacolo? «Wonderful!» grida entusiasta il premier, sospingendo gli ospiti stranieri verso il foyer, perché ne ammirino gli ori i marmi e le luci, mentre giubilanti premono per salutarlo molte signore lustrinate (ma solo Umberto Veronesi riesce a passare...). (Natalia Aspesi, Repubblica, 8 dicembre 2004, p. 1, Prima pagina).
Derivato dal s. m. lustrino con l’aggiunta del suffisso -ato.
Già attestato nella Repubblica del 20 gennaio 1990, p. 23, Cronaca (Laura Laurenzi).
V. anche glitterato, paillettato.