lussuria
lussùria s. f. [dal lat. luxuria «rigoglio, eccesso, lascivia, sfrenatezza», der. di luxus -us «lusso»]. – 1. Abbandono ai piaceri del sesso; desiderio ossessivo e smodato di soddisfare tali piaceri: essere dominato dalla l.; vivere nella l.; peccare di l.; porre un freno alla l.; A vizio di l. fu sì rotta, che libito fé licito in sua legge (Dante); L. entrò ne’ petti e quel furore Che la meschina gente chiama amore (Poliziano); si perdettero per ore nel marasma della l. uscendone esausti (Domenico Rea); la l. perpetua la natura, non gli individui (Umberto Galimberti). Nella teologia cattolica, è uno dei sette vizî capitali, opposto alla virtù della temperanza. 2. Anticam., con senso più generico, eccesso nel modo di vivere, stravizio: dilicatissimi cibi e ottimi vini temperatissimamente usando e ogni l. fuggendo (Boccaccio); l. sta ... in ogni superchio uso delle cose naturali (Buti). 3. Col sign. originario della parola latina (rigoglio, grande vigore produttivo, e sim.), si dice, in agraria, l. vegetativa l’eccessivo sviluppo erbaceo di alcune colture, come quella del frumento, che può predisporre le piante all’allettamento. Con altra accezione, l. del riso (anche falsa spiga, gentiluomo), alterazione della pianta del riso per la quale la pannocchia rimane eretta, stretta, con granelli rudimentali o nulli e la pianta è più alta e con foglie più verdi del normale.