lucignolo
lucìgnolo s. m. [der. del lat. tardo licinium «filaccio, lucignolo», incrocio di licium «liccio» con il gr. ἐλλύχνιον «lucignolo» a sua volta incrociato col lat. lūx «luce»]. – 1. Corpo cilindrico filiforme che costituisce l’asse della candela; è formato da fibre tessili ritorte o intrecciate tra loro ed è imbevuto di sostanze che lo rendono facilmente combustibile; analogam., la treccia nastriforme usata nelle lampade a olio o a petrolio (nell’una e nell’altra accezione, anche stoppino). Come termine di similitudine: essere fine, sottile come un l., parere un l., di persona alta e magra; e così, ridursi, diventare un l. (di qui il nome di Lucignolo, l’allampanato amico di Pinocchio nel romanzo del Collodi). 2. In artiglieria, lo stoppino anticam. usato come innesco, soprattutto quando era contenuto in una cannuccia di palude riempita di polverino impastato con alcol. 3. Nella filatura, semilavorato (detto anche stoppino) in forma di solido cilindrico risultante da una parziale torsione delle fibre tessili. 4. ant. La quantità di lana che si mette sulla rocca per filarla: vedrà s’io so fare Altro poi che lucignoli e pennecchi (Lasca); sapeva ... per insino quanti l. avevan filato le fanti (A. F. Doni). ◆ Dim. lucignolétto, lucignolino; accr. lucignolóne.