lucido
lùcido agg. e s. m. [dal lat. lucĭdus «lucente, luminoso», der. di lucēre «splendere, rilucere»]. – 1. agg. a. Di corpo che, per avere la superficie liscia e levigata o ricoperta da uno strato di sostanza lucente, riflette la luce: Con una spada l. e aguta (Dante); marmo l.; mobili, pavimenti l.; abito di seta l.; scarpe di pelle l.; stivali l. (lustri, perché lucidati); pelo l., di un animale, di una stoffa; tiene la casa l. come uno specchio; aveva i gomiti della giacca l. per il lungo uso (più com. lustri); occhi l. (per febbre, o per aver bevuto troppo), l. di pianto. Carta l., tipo di carta semitrasparente usata soprattutto per disegni tecnici perché consente di ricavarne copie eliografiche o cianografiche; con altro sign., carta l. (o carta a lucido), carta velina resa trasparente con olî essiccativi o vernici trasparenti, adoperata per scopi decorativi (vetrofanie, ecc.). Anche di corpi o superfici resi lucenti per untuosità: capelli l. di brillantina; pelle l., soprattutto del viso, grassa. In anatomia, strato l., strato dell’epidermide che si trova subito al disotto dello strato corneo propriamente detto; è costituito da una o poche file di cellule appiattite, con nucleo atrofico, imbevute di una sostanza grassa splendente. Con sign. più partic., camera l., dispositivo per la riproduzione di disegni, sinon. di camera chiara (v. camera, n. 4). b. Splendente, luminoso, che brilla di luce propria. In astronomia, si dicono lucide quelle stelle che sono visibili a occhio nudo (cioè circa fino alla 6a grandezza stellare), per distinguerle dalle altre, che sono dette telescopiche. In altri casi, con questo sign. e con le accezioni affini di chiaro, limpido, terso e sim., è di uso poet.: E ’l mormorar de’ liquidi cristalli Giù per l., freschi rivi (Petrarca); come ne’ l. sereni sono le stelle ornamento del cielo (Boccaccio). Non com., pieno di luce, molto illuminato: innoltra Improvviso ne’ l. teatri (Foscolo). c. fig. Riferito alle facoltà intellettuali o alla manifestazione del pensiero, chiaro, nitido: mente l.; un l. ingegno; avere le idee l.; ragionamento l.; una l. esposizione dei fatti; analogam., scrittore, oratore l.; un l. espositore delle nuove teorie. In altri casi, esprime piuttosto la piena coscienza di sé e dei proprî atti: in questo momento non ho la mente l.; l. intervallo (v. intervallo). Con altro uso fig., letter. ant., glorioso: veggio ... la vostra religione più l. e più chiara divenire (Boccaccio); Tutti davan di sé l. prove (Ariosto). 2. s. m. a. La qualità, l’aspetto di ciò che è lucido, lucentezza: dare, perdere, levare il l.; mobili, marmo di un bel lucido. b. Sostanza che serve a lucidare: l. per scarpe, altrimenti detto crema per calzature, costituito per lo più da cere naturali sciolte o emulsionate in solventi o in acqua. c. Disegno eseguito su carta speciale semitrasparente (carta lucida: v. sopra al n. 1 a). d. Nome napoletano per il pesce argentina (v. argentina3). ◆ Avv. lucidaménte, solo in senso fig., con lucidità, con chiarezza: esporre, narrare, argomentare lucidamente; impostare lucidamente una questione; per una volta, decisi, tanto valeva andare fino in fondo a un’azione, anche assurda, anche scellerata, andare l. incontro alle sue conseguenze (Sandro Veronesi).