logorare
v. tr. [lat. lucrari «guadagnare, risparmiare», e quindi «consumare fino all’estremo per risparmiare»] (io lógoro, ecc.). – 1. Consumare a poco a poco, ridurre in cattivo stato per lungo o cattivo uso: mio figlio logora un paio di scarpe ogni mese; guarda come hai logorato le maniche della giacca!; l’attrito delle carrucole ha logorato la fune. Anticam. fu anche usato nel senso generico di consumare, adoperare: né ... avremmo da poter pagar pur l’acqua che noi logoriamo (Boccaccio). Molto com. l’uso fig.: logorarsi la vista sui libri; logorarsi la salute, con fatiche e lavori ingrati; è un continuo stato di tensione che logora il sistema nervoso; l. le proprie forze, abusandone, o anche col non usarle; i dispiaceri le hanno logorato la vita; il potere logora. 2. intr. pron. Consumarsi, deteriorarsi con l’uso prolungato o per altro motivo: il collo della camicia s’è già tutto logorato; i meccanismi, sottoposti a uno sforzo eccessivo, si logorano presto; fig., con gli anni, la bellezza si logora. Riferito a persona, può avere anche valore riflessivo: logorarsi nelle fatiche, nello studio, nella lotta per l’esistenza. ◆ Part. pres. logorante, anche come agg., soprattutto in senso fig.: un lavoro logorante; fatiche, ansie, preoccupazioni logoranti; un logorante sistema di vita. ◆ Nel part. pass., oltre a logorato, è usato anche, spec. come agg., lógoro (v. logoro1).