liscio2
lìscio2 s. m. [der. di lisciare]. – 1. ant. a. Nome generico dei cosmetici, soprattutto femminili, usati per «lisciarsi», per curare cioè l’estetica del volto e la bellezza della pelle: con niun’altra maniera potrà meglio il marito far che [la moglie] non s’imbelletti che co ’l mostrarsi schivo de’ belletti e de’ lisci (T. Tasso). b. Eccessiva cura del corpo. c. Abbellimento artificioso dello stile, di un’opera letteraria e sim.: il l. nella forma e la superficialità nelle cose sono i due più gravi indizi di decadenza nazionale (F. De Sanctis). 2. Nell’industria cartaria, liscio della carta, la superficie della carta, in quanto si presenti più o meno liscia in dipendenza dalle più o meno accentuate irregolarità (incavi e risalti) della superficie stessa; può essere controllato al tatto o anche a vista, ma è generalmente determinato con appositi apparecchi. 3. Nel gioco del calcio, nel tennis e in altri sport o giochi, l’azione del giocatore che, volendo colpire la palla, la sfiora soltanto o la manca del tutto (cfr. lisciare, nel sign. 3): fare un l., andare l.; che liscio clamoroso! 4. Dall’uso dell’espressione liscio e busso nel gioco del tressette (dove le due parole sono forme dell’indic. pres. dei verbi lisciare e bussare, per il più com. striscio e busso), viene la frase fig. fare o dare un liscio e busso a qualcuno, anche in grafia unita, un liscebusso (v. liscebusso). ◆ Dim. (ant.) liscétto, con il sign. 1 a e senza valore diminutivo.