lisbonizzazione
s. f. Adeguamento agli obiettivi di competitività stabiliti nella sessione straordinaria del Consiglio europeo tenuta a Lisbona nei giorni 23 e 24 marzo 2000. ◆ Il dibattito sulla riforma del Patto [di stabilità] sta seguendo due linee. Da un lato quella proposta dalla Commissione europea a inizio settembre, dall’altro quella che lega le politiche di bilancio agli «obiettivi di Lisbona» che dovrebbero rendere l’area economica europea più moderna ed efficiente. Questa seconda proposta, nata due anni fa proprio sulle colonne della «Stampa», è entrata nel dibattito col nome di «lisbonizzazione» del Patto. La proposta della Commissione diminuisce il rigore del Patto e aumenta la discrezionalità nell’applicazione, favorendo l’auto-assoluzione dei governi nazionali poco virtuosi. (Carlo Bastasin e Franco Bruni, Stampa, 22 settembre 2004, p. 1, Prima pagina) • occorre anche qualche «piccola modifica» al Patto di Stabilità, con una valutazione dei parametri non più presi singolarmente ma in parallelo ai risultati raggiunti dai Paesi sul fronte delle riforme previste dall’Agenda di Lisbona. Un approccio che è molto piaciuto al ministro dell’Economia italiano, Domenico Siniscalco, secondo cui «le prospettive finanziarie dei vari Paesi Ue, il Patto di Stabilità e il pacchetto di strumenti individuato a Lisbona rappresentano tre dimensioni dello stesso problema e d’ora in poi saranno trattate simultaneamente». Anzi, Siniscalco parla apertamente di una sorta di «lisbonizzazione del Patto». (Giancarlo Radice, Corriere della sera, 30 gennaio 2005, p. 19, Cronache).
Derivato dal toponimo Lisbona con l’aggiunta del suffisso -izzazione.