lineare1
lineare1 agg. [dal lat. linearis]. – 1. Inerente a una linea (per lo più retta), che procede secondo una retta, o che si sviluppa prevalentemente nel senso della lunghezza: misure l., le misure di lunghezza (contrapp. alle misure di superficie e di volume). In riferimento ai sistemi di scrittura, scrittura l., ogni sistema grafico che adoperi segni a sviluppo lineare, non interpretabili come pittogrammi; in partic., in archeologia, la lineare (distinta in due tipi, l. A e l. B), sistema grafico usato in iscrizioni trovate a Creta, Micene, Pilo, e risalenti alla 2a metà del 2° millennio a. C. Nelle arti figurative, decorazione l., quella propria dello stile geometrico, o qualsiasi altra decorazione basata sulla sola linea, senza chiaroscuro. In botanica, di organo (foglie, ecc.) a contorno allungato e stretto, con margini paralleli o quasi (per es., le foglie del garofano). In chimica, colloide l., quello costituito da molecole a struttura filiforme, come, per es., l’amido e il collagene in acqua; molecola l., quella la cui struttura risulta sviluppata prevalentemente in un solo senso; polimero l., macromolecola risultante da più molecole uguali riunite una di seguito all’altra, a formare una catena senza ramificazioni. In medicina costituzionalistica, tipo l., altra denominazione del tipo longilineo o longitipo. In metrologia, forma meno com. di lineico. In petrografia, di tessitura di una roccia scistosa, caratterizzata da un allineamento, secondo una direzione, dei componenti minerali aventi forma allungata. In urbanistica, città l., città che si forma e si sviluppa lungo una linea preferenziale costituita per lo più da una importante arteria di traffico. 2. Con accezioni più specifiche: a. In matematica, equazione l., funzione l., ecc., quelle in cui l’indeterminata o le indeterminate compaiono al primo grado, perché lineare è l’equazione cartesiana di una linea retta nel piano. Più in generale, nel linguaggio scient. e tecn., di un fenomeno che sia retto da una legge l. (cioè rappresentabile mediante una equazione lineare); in partic., di uno strumento di misurazione tale che sia lineare la relazione tra l’elongazione dell’indice e il valore della grandezza applicata. In contrapposizione, sono dette equazioni e funzioni non l. quelle in cui almeno una delle variabili indipendenti compare elevata a un grado diverso dal primo; e fenomeno non l. un fenomeno retto da una legge non l., per cui una variazione delle grandezze indipendenti provochi una variazione più che proporzionale (o meno che proporzionale) delle grandezze dipendenti. Logica l., ramo recente della logica matematica (e quindi anche dell’informatica) che si propone un’analisi più profonda dei connettivi e dei quantificatori (per es., i connettivi della logica lineare permettono di precisare l’ordine secondo cui vanno enunciate le ipotesi di una implicazione e il numero di volte in cui ciascuna di esse verrà usata); applicazione l., espressione ormai molto diffusa per indicare un omomorfismo tra due spazî vettoriali, cioè una funzione che conserva la somma di vettori e il prodotto fra un numero e un vettore (nel caso di applicazioni tra spazî vettoriali su campi diversi si parla di applicazioni semilineari). b. In fisica, polarizzazione l. di un’onda, la condizione di un’onda il cui vettore vibra costantemente in una determinata direzione. c. In elettronica, amplificatore l., amplificatore che dà luogo a una grandezza d’uscita direttamente proporzionale alla grandezza d’entrata; circuito l., circuito costituito da bipoli l., cioè da resistenze, induttanze e capacità il cui valore non dipende dall’intensità della corrente circolante (la tensione ai capi di essi è direttamente proporzionale all’intensità della corrente); distorsione l., distorsione che, pur alterando la forma della corrente, non introduce frequenze estranee; modulazione l., quella in cui il grado di modulazione è, istante per istante, direttamente proporzionale all’ampiezza del segnale modulante; rivelatore l., rivelatore che fornisce un segnale demodulato la cui ampiezza è, istante per istante, direttamente proporzionale al grado di modulazione della corrente applicata. d. Per la programmazione l. in economia, v. programmazione, n. 2. 3. Usi fig.: condotta l., che procede sempre nella stessa direzione e coerente a sé stessa (e s’intende in genere sulla via dell’integrità morale, della rettitudine); ragionamento l., che procede con chiarezza e semplicità, senza deviazioni. ◆ Avv. linearménte, in modo lineare, rettilineo: svolgersi linearmente; agire linearmente.