limo
s. m. [dal lat. limus]. – 1. letter. Fango, mota, acqua fangosa in genere: Fitti nel limo [della palude Stigia], dicon: «Tristi fummo ...» (Dante). In senso fig., poet.: Amor nasce in tre modi in vostro l. (Dante), nell’uomo, in quanto il corpo del primo uomo fu plasmato col fango; Ch’almen l’ultimo pianto sia devoto, Senza terrestro l. (Petrarca), senza impurità terrene. 2. In geologia, terriccio finissimo portato in sospensione nelle acque ferme o correnti e da esse deposto: l. fluviale, torrentizio, marino, lacustre, ecc.; l. azzurro, ricco di solfato di ferro, l. rosso, con ossidi di ferro, l. verde, con glauconite. L. empelagico, limo a deposito lentissimo delle masse d’acqua oceaniche, esistente tra i 200 e i 1000 m di profondità; l. glaciale, denominazione ital. corrispondente al Lehm tedesco. 3. In agraria, costituente della terra fine, con particelle minutissime (da 0,05 a 0,002 mm). 4. L. atmosferico, espressione talora usata per indicare l’insieme delle impurità presenti nell’atmosfera terrestre.