ligio
lìgio agg. [dal fr. ant. lige, che è il lat. mediev. *leticus, der. di letus o litus «vassallo»; voce di origine franca, cfr. ted. ledig «libero»] (pl. f. -gie o -ge). – Nel diritto feudale, di vassallo che aveva giurato fedeltà assoluta al suo signore: a chieder pace, a farsi uom l. altrui Già non ardia di consigliarlo aperto (T. Tasso). Di qui, nell’uso com., fedelissimo, strettamente sottomesso o legato ad altri per servilità o devozione: era un funzionario l. al governo austriaco; Giovene schivo e vergognoso in atto Et in penser, poi che fatto era uom ligio Di lei (Petrarca); Ligio al Pontefice E al mio sovrano, Alzai patiboli Da buon cristiano (Giusti). Per estens., rigidamente attaccato, scrupolosamente osservante: essere l. al proprio dovere, ai regolamenti; signore virtuoso, di molto riguardo, L. al passato (Gozzano).