libro-culto
(libro culto), loc. s.le m. Libro che è oggetto di particolare apprezzamento come simbolo di un’epoca, di una generazione, di un settore d’interesse o dello stile di un scrittore. ◆ Nella collezione [«I Bassotti»] sono già apparsi 21 titoli, alcuni dei quali hanno riservato delle sorprese, com’è il caso – ha riferito la [Lia] Volpatti – de «L’ospite invisibile» scritto nel 1930 da una coppia di giornalisti americani e rivelatosi l’antesignano – anzi il «vero originale» – rispetto al libro-culto «Dieci piccoli indiani» firmato da un’icona come Agata Christie. (Anita Loriana Ronchi, Giornale di Brescia, 1° aprile 2004, p. 16, Cronaca) • mentre si ascolta la radio, come sottofondo, si naviga ansiosamente sul Web, ci si scambia sms alla velocità delle emozioni, si chiacchiera con un amico di passaggio e si spiano scampoli di libri-culto, un sempreverde «Siddharta» oppure una nuovissima raccolta di manga giapponesi. (Gabriele Beccaria, Stampa, 20 gennaio 2005, p. 13, Italia) • Dopo «Tre metri sopra il cielo» arriva dalla Spagna «Tre centimetri sopra il suolo», sottotitolo plausibile de «Il gioco dell’impiccato», romanzo di una giovane catalana. «Il gioco dell’impiccato» non è una parodia del libro «culto» di Federico Moccia, semmai un macabro e lirico controcanto alla storia d’amore da lucchetti al cuore sui lampioni di Ponte Milvio. (Luca Mastrantonio, Riformista, 3 aprile 2007, p. 1, Prima pagina).
Composto dai s. m. libro e culto, ricalcando l’espressione ingl. cult-book, modellata su cult-movie (‘film-culto’).
Già attestato nella Stampa del 10 gennaio 1992, p. 2 (Pierluigi Battista).