levata
s. f. [der. di levare]. – 1. a. L’atto del levare, del levarsi: la l. del Sole, della Luna; l. delle lettere, dalle cassette postali: prima, seconda l., ora di levata. Il levarsi da letto (spec. di più persone insieme): dare il segnale della l.; in collegio, la l. era alle 6; la l. del re (traduz. del fr. le lever du roi), il momento della giornata in cui, secondo il cerimoniale di corte nel periodo della monarchia francese, il re, dopo essersi alzato, riceveva i cortigiani nella sua camera; locuz. avv. di levata, di prima l., appena alzato da letto; non com., l. di sangue, salasso. In marina, raro o ant., l. dell’ancora, il sollevamento dell’ancora dal fondo prima della partenza; ant., porto di l., o assol. levata, porto aperto, in cui le navi stanno all’ancora e da cui possono agevolmente partire: stare in l., essere in buona levata. Nel linguaggio venatorio, l’alzarsi a volo di un uccello o di uno stormo; anche l’operazione con cui il cacciatore costringe un uccello o uno stormo a levarsi in volo. Fig., l. di scudi (traduz. del fr. levée de boucliers), atto improvviso di ribellione, dimostrazione ostile e clamorosa di più persone insieme; in origine, riferito ai legionarî romani. b. Prelevamento, acquisto di mercanzie all’ingrosso dal luogo di produzione o da un deposito; oggi si dice spec. dell’acquisto che i tabaccai fanno di tabacchi e altri eventuali generi di monopolio dai magazzini dello stato per la rivendita al minuto. L. del sale era detta anticam. l’imposta sul sale per il fatto che i capifamiglia erano tenuti a «levare» dai magazzini una quantità di sale corrispondente al numero delle persone di famiglia e dei capi di bestiame posseduti. c. In banca, l. di cassa, l’operazione di prelevamento dai locali (tesoro, caveau) o mobili corazzati (casseforti) del numerario occorrente ai cassieri per le operazioni della giornata, e delle cambiali o dei titoli di proprietà o in custodia per il compimento delle operazioni ordinate dalla direzione o da terzi. 2. Con sign. più particolari: a. ant. Arruolamento di soldati volontarî o coscritti. b. Nell’equitazione di alta scuola, aria simile alla poggiata, in cui però il cavallo si solleva col suo asse solo fino a formare un angolo di 45° col suolo. c. Nei cereali del tipo del frumento, la fase di sviluppo che va dall’inizio dell’allungamento dei culmi alla fioritura. d. Nell’industria tessile, operazione compiuta (manualmente o automaticamente) sulle macchine di preparazione alla filatura, di filatura e complementari alla filatura, consistente nel togliere dal fuso o dal supporto la spola, la rocca, la bobina piene, per sostituirle con un tubetto o un’anima vuoti su cui ricominciare l’avvolgimento o l’incannatura. e. Nel linguaggio teatrale, anticipo sulla paga chiesto dall’attore al capocomico. f. L. topografica, l’insieme delle operazioni per riprodurre su un foglio il disegno di una limitata zona di superficie terrestre; sinon. di rilevamento topografico. g. Con sign. concr., nell’industria vetraria, la quantità di vetro che si attinge con la canna dal crogiolo per darle la modellatura voluta. 3. fig. a. Intelligenza, capacità intellettuale: avere poca l.; essere di scarsa l. (più com. levatura). b. ant. Importanza, rilievo, nelle locuz. di poca, di molta levata. c. Idea improvvisa, risposta inaspettata: cosa vorrebbe significare questa tua l.? (più com. alzata, uscita); l., o alzata, d’ingegno, trovata ingegnosa. ◆ Dim. levatina; pegg. levatàccia, l’alzarsi da letto molto prima del solito: ho dovuto fare una levataccia per prendere il treno delle 6.