leggiadro
agg. [tratto da leggiadria]. – 1. Pieno di grazia, di gentilezza e di eleganza insieme; si dice soprattutto dei movimenti della persona, e per estens. della persona stessa o in genere del suo aspetto: movenze l.; l. portamento; una l. fanciulla; volto, sorriso l.; Le l. fattezze, e ’l movimento pieno di grazia (Ariosto); vedendo in giovanetta etate E in l. sembianti animo regio, Restò presa d’amor (T. Tasso). Letter., anche di cose, e con senso più generico: Rime d’amor ... dolci e l. (Dante); una bella e l. cinturetta d’argento (Boccaccio); Per fare una l. sua vendetta, ... Celatamente Amor l’arco riprese (Petrarca); di soavi affetti Ispiratrici e immagini leggiadre Sentirete le Grazie (Foscolo); I0 gli studi leggiadri Talor lasciando e le sudate carte (Leopardi). 2. ant. a. Elegante, ricercato, azzimato, e sim.: Biondello, piccoletto della persona, leggiadro molto (Boccaccio); sostantivato, giovane galante, bellimbusto: non moveriano il piede Per donneare a guisa di leggiadro (Dante). b. Nobile, generoso: L’antico sangue e l’opere leggiadre D’i miei maggior (Dante); I0 vo’ provar le mie virtù leggiadre In Francia (Pulci); Pien d’un l. sdegno e di pietade (Bembo). ◆ Dim. leggiadrétto. ◆ Avv. leggiadraménte, in modo leggiadro, con grazia ed eleganza: un passo di danza leggiadramente eseguito; una figura femminile leggiadramente atteggiata.