lavoratore a termine
loc. s.le m. Chi ha un contratto di lavoro a tempo determinato. ◆ In Italia i contratti a termine sono solo il 10 per cento del totale, c’è ancora tempo: ma bisogna porsi il problema di un intervento, per evitare di aggiungere al dualismo Nord-Sud un nuovo dualismo tra lavoratori stabili e lavoratori a termine. (Roberto Giovannini, Stampa, 28 marzo 2001, p. 6, Interno) • Dopo anni di statistiche distorte, letture politiche interessate e ricerche di dubbia scientificità, il dicastero mette nero su bianco un’analisi comparata di dati Istat e Inps, che disegna ufficialmente i contorni dell’occupazione a termine in Italia. […] Secondo lo studio anticipato ieri, infatti, i lavoratori temporanei sono complessivamente 2.719.000 (dati 2006) pari all’11,8% degli occupati, di cui 404mila collaboratori e 93mila prestatori occasionali (nel complesso meno del 2% degli occupati). L’incidenza dei lavoratori a termine sul totale dei dipendenti (13,1%) è, come peraltro si sapeva, al di sotto della media europea (14,7%). (Francesco Riccardi, Avvenire, 14 novembre 2007, p.17, È lavoro) • Il contratto a termine torna ad essere più flessibile: aziende e sindacati potranno accordarsi per andare oltre il tetto attuale dei 36 mesi più una proroga e per derogare al diritto di precedenza dei lavoratori a termine nel caso di assunzioni a tempo indeterminato. (Enrico Marro, Corriere della sera, 18 giugno 2008, p. 30, Economia).
Espressione composta dal s. m. lavoratore, dalla prep. a e dal s. m. termine.
Già attestato nella Repubblica del 7 febbraio 1989, p. 10, Commenti (Gianni Corbi).