lascivo
agg. [dal lat. lascivus «scherzoso, arrogante, voluttuoso», voce di origine incerta]. – 1. a. Che ha o dimostra lascivia: un uomo l., una donna l.; avere un temperamento l.; fare gesti, atti l., rivolgere frasi l.; accarezzare con occhi o sguardi lascivi. b. Che ha per oggetto argomenti sensuali, erotici, licenziosi: canti, discorsi l., conversazioni l., storielle l.; racconti, romanzi l. (e per estens., scrittore lascivo). In senso attivo, che eccita alla sensualità, alla lussuria: una danza l. e scomposta; assumere pose languide e lascive. 2. ant. o letter. a. Piacevole, allettante, carezzevole: scherzando tra’ fior, l. aurette Fan dolcemente tremolar l’erbette (Poliziano). b. Scherzoso, festante, detto spec. di animale che ama giocherellare e divertirsi: Non fate com’agnel che lascia il latte De la sua madre, e semplice e lascivo Seco medesmo a suo piacer combatte (Dante). 3. ant. a. Trascurato, rilassato: divenuti lascivi, di niuna lor cosa o faccenda curavano (Boccaccio). b. Inclinato, proclive: la natura umana ... è più l. in male (Francesco da Barberino). Per questo, e per il precedente sign., si è avuto prob. un accostamento paretimologico al verbo lasciare, accostamento non estraneo del resto alla lingua dell’uso, dove talvolta l’agg. è adoperato impropriam. col sign. di «indulgente, che lascia correre». ◆ Dim. lascivétto, per lo più iron. o scherzoso. ◆ Avv. lascivaménte, con lascivia, in modo lascivo: vivere lascivamente; guardare, baciare, accarezzare lascivamente; descrivere lascivamente una scena erotica.