lanciare [lat. tardo lanceare "vibrare la lancia"] (io làncio, ecc.). - ■ v. tr. 1. a. [far arrivare con forza e decisione lontano da sé: l. una freccia, un sasso] ≈ buttare, gettare, scagliare, scaraventare, tirare. b. [far cadere dall'alto] ≈ gettare, paracadutare, tirare (giù). 2. (estens.) a. (equit.) [far partire con impeto, riferito a cavalli] ≈ sbrigliare. ↔ frenare, trattenere. ↑ arrestare, fermare. b. (aut.) [imprimere una forte accelerazione: l. la macchina a 180 km l'ora] ≈ accelerare, spingere, (fam.) tirare. ↔ frenare, rallentare. ↑ arrestare, fermare. 3. (fig.) a. [far arrivare rapide occhiate, sguardi e sim.] ≈ (lett.) dardeggiare, gettare. b. [far uscire con forza, riferito a urli e sim.] ≈ emettere, gettare. ↔ trattenere. c. [dire impulsivamente, per inveire: l. un insulto] ≈ eruttare, scagliare, vomitare. ↓ proferire. ‖ gridare. ↔ trattenere. 4. (sport.) [nel gioco del calcio, far arrivare la palla a un compagno in corsa] ≈ passare, tirare. 5. (fig.) a. [fare conoscere: l. un'idea, una proposta] ≈ introdurre, presentare, proporre. ‖ diffondere, divulgare. b. (comm.) [immettere sul mercato un prodotto favorendone la diffusione con un'accorta pubblicità: l. un libro, un film] ≈ (non com.) promozionare, promuovere, propagandare, pubblicizzare, reclamizzare. c. [far entrare qualcuno nella società, negli affari, negli impieghi, ecc., appianandogli la via per una rapida fortuna: l. uno scrittore, un attore] ≈ (fam.) spingere. ↓ introdurre, presentare. 6. (fig., inform.) [mandare in esecuzione un programma e sim.: l. un pacchetto] ≈ aprire, avviare, entrare (in). ↔ chiudere, uscire (da). ■ lanciarsi v. rifl. 1. a. [lasciarsi cadere violentemente: si è lanciato dal quinto piano] ≈ buttarsi, gettarsi. b. [scendere col paracadute] ≈ buttarsi, gettarsi, paracadutarsi. 2. (fig.) a. [andare con decisione contro qualcuno, con le prep. addosso a, contro (di), su] ≈ aggredire (ø), assalire (ø), avventarsi, buttarsi, gettarsi, investire (ø), scagliarsi, sferrarsi, slanciarsi. b. [dedicarsi con impeto, con la prep. a: l. all'assalto, all'inseguimento] ≈ gettarsi. ↓ darsi, mettersi. c. [intraprendere con entusiasmo, con la prep. in: l. nella politica] ≈ (fam.) buttarsi, darsi (a), gettarsi, tuffarsi. ↓ darsi (a), dedicarsi (a). ↔ rinunciare (a), ritirarsi (da).
lanciare. Finestra di approfondimento
Tipi di lancio - L’atto di effettuare un lancio è espresso da numerosi termini, secondo le modalità, la traiettoria e lo scopo del lancio stesso. L. esprime per lo più l’idea di «spingere qualcosa con forza lontano da sé», con i sinon. buttare,gettare,scagliare,scaraventare e tirare. Tra questi, gettare e il più com. tirare sono i termini più vicini a l., mentre buttare,scagliare e scaraventare accentuano l’idea della forza e, spesso (soprattutto l’ultimo verbo), della rabbia: scagliò una pietra contro di me; Crossi perse la testa e afferrato un calamaio glie lo scaraventò al capo di tutta forza (E. De Amicis). Tutti questi verbi (a eccezione di scaraventare) possono essere usati anche in senso fig., per intendere per es. un metaforico lancio di insulti o, meno com., di sguardi: gli gettava sguardi di fuoco; ballava dalla rabbia e dal terrore sul balconcino sconquassato, strappandosi i capelli, scagliando vituperii a me (L. Pirandello). Più ricercato e d’uso limitato a lanci propriamente detti è proiettare: il corpo del paracadutista è proiettato nel vuoto (F. T. Marinetti). Buttare e gettare possono essere sinon. di tirare nel gioco delle carte: l’ultimo giocatore gettò in tavola un asso e vinse così la partita. Buttare e gettare esprimono anche l’idea di volersi disfare di un oggetto, facendolo per lo più cadere dall’alto (ho buttato le mie scarpe vecchie nel secchio della spazzatura; gettare la carta nell’apposito cestino dei rifiuti), valore che solo occasionalmente può essere assunto da l., e soprattutto quando si getta qualcosa con forza e non dall’alto verso il basso (l. la sigaretta dal finestrino). Se si butta qualcosa in un cestino dei rifiuti, il sinon. più specifico è cestinare, anche in senso estens.: la sua tesina più che da correggere sarebbe da cestinare.
Usi sportivi e informatici - L. e tirare sono frequenti nel lessico sportivo. Il primo verbo è specifico per sport quali il lancio del disco, del peso o del giavellotto, mentre il secondo è d’uso più ampio, anche, per es., nel calcio, dove può essere usato come assol.: il giocatore tirò e fece goal. Se il tiro è e‡ettuato verso un compagno di gioco, il sinon. adatto è passare. L. è il verbo più com. per indicare l’azione di «far partire un programma informatico»: per migliorare l’e·cienza del tuo computer, ricordati di l. periodicamente il programma di antivirus e di pulitura disco. Sinon. meno com. sono aprire (più adatto a documenti che a programmi: non riesco ad aprire l’allegato che mi hai spedito per e-mail), avviare,chiamare,entrare (in), eseguire.
Usi pronominali - L’atto del lasciarsi cadere dall’alto è espresso dai verbi buttarsi,gettarsi,lanciarsi,precipitarsi. Buttarsi è spesso usato per chi si suicida lasciandosi cadere dall’alto di un edificio: si è buttato dal quarto piano. Gettarsi e precipitarsi sono più formali. Lanciarsi è d’uso più appropriato in alcune attività sportive: lanciarsi col paracadute (o buttarsi,gettarsi,paracadutarsi), dal trampolino (o buttarsi,gettarsi,tuffarsi). In senso fig., ci si può lanciare contro qualcuno per aggredirlo, con i sinon. avventarsi, buttarsi, gettarsi, scagliarsi, scaraventarsi: gli si avventò contro brandendo un pugnale. Ci si può anche gettare su qualcosa con avidità: si gettò sul piatto di pasta. I sinon. possono essere buttarsi, lanciarsi, tuffarsi. Più spesso questi verbi vengono usati a proposito di attività intraprese con entusiasmo e impulsività: buttarsi anima e corpo in un’attività commerciale; mi sono lanciato in un’impresa pericolosa; l’avvocato si tuffò subito nella preparazione dell’arringa. Oppure, insieme con precipitarsi, esprimono l’impulsività, la violenza, la prontezza con cui ci si porta in un luogo o sim.: nel baccano e nella confusione, appena la chitarra fu sul rogo, io, al rischio di bruciarmi le vesti, mi scagliai sulle fiamme e la trassi fuori intatta (C. Boito); mi lanciai sull’autostrada a tutta velocità.
Sostantivi - I der. di l. e dei suoi sinon. sono d’uso meno ampio dei verbi e non sempre mantengono lo stesso rapporto di sinonimia. Lancio e tiro hanno un uso ristretto e prevalentemente sportivo, mentre non esiste un der. di buttare (butto e buttata, oltre ad essere poco com., hanno accezioni molto partic.). Getto è d’uso poco com.: che è un matrimonio, in tutti i paesi del mondo, per quanto premeditato, se non un getto di dadi? (C. Dossi). Ciascuno di questi tre sost. si è specializzato soprattutto in un ambito o in una serie di espressioni. Lancio in ambito sportivo e pubblicitario (con i sinon. propaganda, promozione, pubblicità, réclame: il lancio di un libro, di un prodotto sul mercato); tiro in ambito sportivo (talora diverso da quello di lancio: la battuta nel tennis può essere detta lancio ma non tiro) e nel senso di colpo di arma da fuoco o sim. (aveva ancora due tiri in canna); getto nella locuz. getto d’acqua e sim.