lacrimare
(o lagrimare) v. intr. [lat. lacrĭmare] (io làcrimo o làgrimo, ecc.; aus. avere). – 1. Versare lacrime: ha un occhio che gli lacrima; il fumo mi fa l. gli occhi; in partic. nel pianto: si mise a l. commosso; parole ... Che farian lagrimar chi le ’ntendesse (Petrarca); E il suo col vostro lacrimar confonda (Leopardi). Nell’uso poet., anche trans., spec. nel sign. di compiangere, rimpiangere: La faccia tua, ch’io lagrimai già morta (Dante); Ei lagrimò doglioso La beltà, che, perduta, anco l’accende (Chiabrera); col compl. dell’oggetto interno: l. lacrime di sangue. 2. estens., non com. Gocciolare, stillare, detto spec. di piante, vasi, candele, ecc. ◆ Part. pass. lacrimato (e lagrimato), come agg., rimpianto, compianto: Ove fia santo e lagrimato il sangue Per la patria versato (Foscolo); poet., implorato, desiderato con le lacrime: De la molt’anni lagrimata pace (Dante); ai lacrimati occhi materni (Carducci).