killer
‹kìlë› s. ingl. [der. di (to) kill «uccidere, ammazzare»] (pl. killers ‹kìlë∫›), usato in ital. al masch. – 1. Sicario, persona che assassina su commissione, per conto cioè di un mandante; più genericam., bandito, fuorilegge che non esita a fare uso delle armi. Nel linguaggio giornalistico, anche con funzione appositiva, chi o che provoca la morte, assassino: in Africa la malaria è un k. spietato; squalo, zanzara killer. 2. In usi estens. e fig., e spesso con funzione appositiva: a. Denominazione di imbarcazioni (killer boat o killer ship) che accompagnano le navi baleniere con il compito di inseguire e catturare le balene; nella marina militare statunitense, qualifica di unità destinate alla caccia di altre: per es., submarine killer, un tipo di cacciasommergibili armati con siluri o missili per la caccia di altri battelli subacquei (nella marina italiana e in quelle occidentali in genere, il termine è riferito anche a sommergibili convenzionali). b. Nel linguaggio medico, linfociti killer (o anche cellule killer, dall’ingl. killer cells), particolare popolazione di linfociti in grado di fissarsi a cellule patologiche (per es. tumorali) provocandone la morte. c. Nel linguaggio giornalistico, serial killer ‹sìëriël ...› (propr. «assassino seriale»; v. killer seriale), persona che, per effetto di una grave forma di psicopatia, compie omicidî in serie, per lo più scegliendo determinati tipi di vittime per lo più accomunate dall’età, dal sesso, dalla professione e sim. (bambini, donne, prostitute, ecc.), eseguendo i delitti in modo caratteristico e talvolta spettacolare, o compiendo macabri rituali sui corpi delle vittime: un serial k. che ha compiuto più di 20 omicidî; un film di successo che ha per protagonista un serial killer.