istituire
istitüire (letter. institüire) v. tr. [dal lat. instituĕre, comp. di in-1 e statuĕre «collocare»] (io istitüisco, tu istitüisci, ecc.). – 1. In genere, stabilire nell’uso, fondare, dare inizio a cose di pubblica utilità, o comunque d’importanza morale o sociale, destinate a durare stabilmente: i. una consuetudine, una norma; i. una festa, una cerimonia annuale; i. un organo politico, una commissione, un tribunale; i. un ordine religioso; i. una biblioteca, un’accademia, un ospedale; i. una scuola, una cattedra universitaria; i. un nuovo corpo militare; i. un premio, una borsa di studio. 2. a. letter. Decidere, deliberare: colle quali cose e con altri segni ed effetti terribili, [Giove] instituì di spaventare i mortali di tempo in tempo (Leopardi). b. Nominare, designare, quasi esclusivam. nella frase i. qualcuno erede. c. Porre, stabilire (soprattutto mettendo in relazione due o più elementi): i. un paragone, un confronto, un parallelo; i. un rapporto tra due fatti; i. un’equazione. 3. ant. o letter. Educare dando le basi del sapere (in questa accezione, solo nella forma instituire): aiutarlo a ben instituire i suoi figliuoli (Bembo); avendo instituite di tanti buoni costumi quelle barbare genti (B. Castiglione); instituire alla conoscenza delle lettere, nei principî del diritto. ◆ Part. pass. istitüito (letter. institüito e ant. instituto), anticam. usato anche col sign. di costituito, organizzato: un regno, una città bene istituita. Anche come agg., nel linguaggio giur., e con partic. riferimento alla sostituzione fedecommissaria, erede istituito (spesso sostantivato, l’istituito), l’erede che riceve il fedecommesso con l’obbligo di conservarlo e trasmetterlo, alla sua morte, alla persona (detta erede sostituito o fedecommissario) indicata dal testatore.