ipostasi1
ipòstaṡi1 s. f. [dal lat. tardo hypostăsis, gr. ὑπόστασις «sostanza», comp. di ὑπό «sotto» e στάσις «lo stare»]. – 1. Nella filosofia greca, sostanza, natura, ciò che resta fermo dietro il fluire dei fenomeni transeunti. Nel linguaggio teol., la parola assunse anche il sign. di «persona», con riferimento alla Trinità (per cui in Dio vi sono tre ipostasi e una sola natura), oppure quello di «natura divina», con riferimento a Cristo. L’ambivalenza del termine ha dato luogo, nei primi secoli della storia della Chiesa, a numerose e lunghe controversie in campo sia trinitario sia cristologico. 2. Nel linguaggio letter., personificazione, rappresentazione concreta di una realtà astratta o ideale. 3. In linguistica, il passaggio di una parola (o di un sintagma) da una categoria grammaticale a un’altra; per es., la sostantivazione di un infinito, il passaggio di un nome proprio a nome comune, la derivazione di un verbo da una locuzione (per es., impermalirsi da [aversene] per male). 4. In genetica, l’inibizione dell’attività di un gene (ipostatico) e quindi della sua espressione fenotipica ad opera di un altro gene (epistatico) non allelico al primo.