iperlaicista
(iper-laicista), agg. Che sostiene a oltranza l’autonomia di giudizio da scelte aprioristiche, ideologiche e religiose. ◆ Le ragioni multiformi del no olandese, con un connubio incrociato tra incubi razzisti di destra e difesa delle trincee iperlaiciste di sinistra, sono assai difformi da quelle del no francese emerso da un immaginario nazionale decisamente politicizzato. (Enzo Bettiza, Stampa, 2 giugno 2005, p. 1, Prima pagina) • È del tutto plausibile che il presidente [Giorgio] Napolitano, già ragguardevole esponente del Pci togliattiano, abbia voluto inviare alla Chiesa un messaggio distensivo, un segnale di buona volontà, tanto più dalla Spagna iper-laicista di [José Luis Rodríguez] Zapatero. (Filippo Ceccarelli, Repubblica, 31 gennaio 2007, p. 2) • Si gloria della candidatura anche Piero Fassino, annunciandola quasi in simultanea a Telelombardia, e il ministro per le Pari Opportunità, Barbara Pollastrini: «È un grande onore per il Pd ospitare [Umberto] Veronesi nelle sue liste». Tuona invece contro la scelta gran parte del centrodestra perché «con radicali e Veronesi ormai il Pd si è spostato su posizioni iperlaiciste». (Roberto Zuccolini, Corriere della sera, 23 febbraio 2008, p. 8, Politica).
Derivato dal s. m. e f. e agg. laicista con l’aggiunta del prefisso iper-.
Già attestato nella Repubblica del 31 maggio 1994, p. 21, Cronaca (Maurizio Bologni e Marina Cavallieri).