inverare
v. tr. e intr. pron. [der. di vero] (io invéro, ecc.), letter. – 1. tr. Rendere vero; dare vita, realtà, concretezza a qualche cosa: i. un pensiero; i. un’idea (o inverarla nell’azione, nell’opera); la filosofia non annulla la storia, ma soltanto l’invera, intervenendo in ogni suo momento a ravvivarla della propria vita (Gentile). 2. intr. pron. a. Nella terminologia hegeliana, con riferimento alla tesi e all’antitesi, acquistare verità e concretezza nella sintesi dialettica che, superandole nella loro opposta astratta unilateralità, le concilia; quindi, in genere, realizzarsi, attuarsi: arte e religione s’inverano nella filosofia; il sentimento s’invera poeticamente nella sua espressione; la filosofia deve diventare politica per inverarsi, per continuare ad essere filosofia (Gramsci). b. Con altro sign., in Dante (Par. XXVIII, 39) inverarsi di, divenire partecipe della verità: E quello avea la fiamma più sincera Cui men distava la favilla pura, Credo, però che più di lei s’invera (cioè: tra i cerchi angelici risplende di fiamma più viva quello più vicino alla pura luce di Dio, in quanto partecipa maggiormente della verità che è in lui).