intricare
v. tr. [lat. intrīcare «imbarazzare, confondere, imbrogliare», der. di tricae -arum «intrighi, imbrogli»] (io intrico, tu intrichi, ecc.). – 1. Avviluppare insieme disordinatamente, aggrovigliare, arruffare: i. i fili; i. una matassa; in senso più astratto, imbrogliare, confondere, disordinare: i. un racconto, una questione. Intr. pron.: lo spago s’è intricato; mi si sono intricati i capelli; fig.: la faccenda si va intricando sempre più. 2. Avviluppare creando impaccio, e in genere impacciare, ostacolare: la lunga veste le intricava i piedi (o i passi, il movimento); Quanto più disïose l’ali spando Verso di voi, ... Tanto Fortuna con più visco intrica Il mio volare (Petrarca); il verde vigor rude Ci allaccia i malleoli C’intrica i ginocchi (D’Annunzio); e come intr. pron.: le gambe gli s’intricavano nei folti cespugli. Con questo sign., anche intrigare. ◆ Part. pass. intricato, anche come agg.: un mucchio di corde intricate; una selva intricata; Per le molte intricate e cieche strade Del labirinto (Caro); duolsi Alla mattina il cacciator, che trova L’orme intricate e false (Leopardi); fig.: è una questione molto intricata, imbrogliata; discorso, ragionamento intricato, disordinato, confuso.