intrapartitico
agg. Interno a un partito politico. ◆ Vengo alla preoccupazione. Questa: che l’incorporazione delle primarie nel sistema elettorale andrebbe ad aumentare, sia pure a lunga scadenza, la conflittualità intrapartitica e con essa il «partito di fazioni» (che andrebbe a prevalere sulle «fazioni di partito»). Qui il mio timore è che nella contesa elettorale i candidati di uno stesso partito, e poi dello stesso schieramento, combatteranno molto più tra di loro che non contro lo schieramento opposto. (Giovanni Sartori, Corriere della sera, 29 giugno 1999, p. 33, Commenti) • nel discorso pubblico si dovrà venire a capo di alcune nozioni che si stanno accavallando in modo confuso: rifiuto delle cure, accanimento terapeutico, testamento biologico, suicidio assistito, eutanasia attiva. Sono concetti da tenere distinti e da definire con chiarezza, uno per uno. […] I politici sembrano più preoccupati delle dinamiche interpartitiche e intrapartitiche che non di offrire una piattaforma per una intesa ragionevole che potrebbe anche essere trasversale senza provocare con ciò ribaltoni politici o prestarsi ad altri trucchi tattici. (Gian Enrico Rusconi, Stampa, 27 dicembre 2006, p. 1, Prima pagina) • Fibrillazioni rimangono […] all’interno del Pd sulla bozza Bianco. […] «Se ne parlerà lì e poi vale la disciplina di partito» avverte il senatore veltroniano Giorgio Tonini. Ma a stretto giro arriva la replica della collega (ma di area ulivista) Marina Magistrelli: «Ma come si fa ad invocare la disciplina di partito? La strambata proporzionalistica del Pd non ha avuto alcuna condivisione intrapartitica». (Mattino, 21 gennaio 2008, p. 7, Primo Piano).
Derivato dall’agg. partitico con l’aggiunta del prefisso intra-.
Già attestato nella Repubblica del 2 ottobre 1985, p. 11, Politica (Gianni Baget Bozzo).