intercedere
intercèdere v. intr. [dal lat. intercedĕre, propr. «giungere in mezzo, intervenire», comp. di inter- e cedĕre «andare»] (pass. rem. intercedètti, letter. intercèssi, intercedésti, ecc.; part. pass. interceduto, letter. intercèsso). – 1. ant. (aus. essere) Accadere, di un fatto, tra due altri avvenimenti. 2. letter. (aus. essere) Passare, esservi, intercorrere, fra due persone, due oggetti, due condizioni, due limiti di tempo, e sim.: tra me e lui non intercede nessun rapporto; stabilire l’intervallo che deve i. fra una costruzione e l’altra; tra le due guerre intercedettero circa trent’anni; non intercede grande differenza tra il mentire e l’essere reticente. 3. (aus. avere) Intervenire a favore di qualcuno per ottenergli una grazia, il perdono, l’accoglimento di una domanda o preghiera, e sim.: i. presso il capo dello stato a favore d’un condannato a morte; i. per la liberazione, per la scarcerazione di un condannato; intercederò io presso il direttore perché ti passi a un altro ufficio; riferito, come soggetto, alla Madonna o ai santi: i. presso Dio (meno com. i. a Dio), a favore degli uomini, dei peccatori, di chi li prega, ecc. 4. tr., non com. Ottenere, o cercar di ottenere, con la propria intercessione, a favore di altri: i. il perdono, la grazia per qualcuno.