intercalare1
intercalare1 agg. e s. m. [dal lat. intercalaris (o intercalarius), der. del verbo intercalare: v. intercalare2]. – 1. agg. Che si intercala, che cioè si interpone o viene interposto in una serie, o comunque tra due elementi. a. In senso proprio e originario, si dice soprattutto del giorno o del mese che, a determinati intervalli di tempo, si aggiunge nei diversi sistemi di divisione del tempo per far coincidere, per es., l’anno civile con l’anno tropico, l’anno lunare o lunisolare con l’anno solare; giorno i. è, per es., il 29 febbr. che nel calendario gregoriano è aggiunto al mese negli anni bisestili. Per estens., anno i., l’anno in cui viene inserito un giorno o un mese intercalare (è tale, nel nostro calendario, l’anno bisestile). b. In diritto canonico, frutti o redditi i., i frutti, civili o naturali, del beneficio maturati durante la vacanza tra il vecchio e il nuovo titolare. c. In agraria, colture i., le coltivazioni a rapido ciclo vegetativo che occupano il terreno nell’intervallo di tempo fra due colture principali. d. In anatomia, dischi i., speciali formazioni istologiche, presenti nel tessuto muscolare cardiaco, costituite dall’affrontamento delle membrane plasmatiche di due cellule muscolari cardiache contigue e da un addensamento del citoplasma sottostante alle rispettive cellule; ossa i. del cranio, altro nome delle ossa wormiane (v. wormiano). e. In botanica: meristema i., gruppo di cellule meristematiche primarie che, localizzate più o meno lontano dai meristemi apicali (come, per es., vicino ai nodi nei culmi delle graminacee), rimangono temporaneamente inattive fra i tessuti definitivi; accrescimento i., tipicamente quello dovuto all’attività, limitata nel tempo, dei meristemi intercalari, come avviene, per es., in molte monocotiledoni, e anche quello di certe alghe brune filamentose, dovuto alla divisione di cellule non apicali dei filamenti. f. In legatoria e bibliologia, come sinon. di intercalato, si dice talora dei fogli bianchi o illustrati che per qualsiasi motivo vengono interposti, nella rilegatura di un volume, ai fogli stampati. 2. s. m. a. Verso, versetto o gruppo di versi che, in una poesia o in un cantico religioso, si ripete alla fine di ogni strofa o che ritorna a determinati intervalli. Anche come agg.: verso intercalare. b. Parola, esclamazione, frase che qualcuno ha l’abitudine, più o meno inconscia, di ripetere spesso nel discorso, senza necessità: ha uno strano, un noioso intercalare.