intensivo
agg. [dal lat. mediev. intensivus, der. di intendĕre, part. pass. intensus (v. intenso)]. – In genere, che conferisce o accresce intensità, o che ha carattere d’intensità, che è fatto cioè con un ritmo, una densità e una frequenza relativamente alti in rapporto alla durata nel tempo: seguire un corso i. di lezioni d’inglese, di francese; sottoporsi a un allenamento intensivo. Ha sign. particolari nelle varie discipline. 1. a. Agricoltura o coltura i. (espressioni a cui nell’uso si sostituisce anche intensivo s. m.), quella praticata con opportune tecniche colturali tendenti a ottenere la migliore possibile resa delle colture per unità di superficie (concimazione, irrigazione, sovescio, ecc.) e con il suolo coltivato in permanenza. b. In urbanistica, costruzioni i., quelle che sfruttano al massimo l’area fabbricabile, sia per l’elevato numero di piani di cui risultano costituite, sia per la minima entità delle zone di rispetto con i fabbricati vicini (vi si riscontrano cioè condizioni opposte a quelle delle costruzioni estensive); con lo stesso sign., si usa nel linguaggio tecn. anche intensivo s. m.: il piano regolatore prevede in questa zona intensivi e villini; e con valore collettivo, al sing.: area a intensivo. Per estens., zona residenziale i., la zona del centro abitato in cui il piano regolatore prevede tale tipo di costruzioni. 2. In medicina, terapia i., la terapia cui vengono sottoposti pazienti che si trovino in situazione di emergenza (per infarto, blocco cardiaco, insufficienza renale acuta, gravi traumi a carico dell’apparato cardiocircolatorio, gravi ustioni estese, avvelenamento, ecc.) con bisogno di assistenza medica ininterrotta e di costanti controlli diagnostici e clinici, attuati con tutti i mezzi, anche tecnici, oggi disponibili (tra cui il monitoraggio delle funzioni vitali), in speciali reparti (centri di rianimazione, unità coronariche, ecc.). 3. In fisica (anche qui contrapp. a estensivo), grandezze i., quelle relative a stati o proprietà di corpi o sistemi, la cui misura è indipendente dalla quantità di materia considerata (per es., la densità, l’indice di rifrazione, ecc.). 4. In linguistica, sono detti intensivi i prefissi, infissi o suffissi che, aggiunti a radici verbali, accrescono la nozione lessicale di un certo grado d’intensità, di ampiezza, di rilievo o di espressività; i verbi formati con tali affissi (come, per es., sbattere di fronte a battere) sono anch’essi chiamati intensivi; con riferimento alla lingua latina, sono detti intensivi anche i verbi formati sulla forma participiale d’altro verbo, rispetto al quale acquistano maggiore intensità ed espressività (per es., captare rispetto a capĕre [part. pass. captus], allectare rispetto a allicĕre [part. pass. allectus]). Più genericam., parole i., quelle che esprimono una nozione con particolare intensità e forza espressiva. Accento i. (detto anche dinamico o espiratorio), l’accento che consiste in un aumento d’intensità dell’energia espiratoria e comporta come effetto un aumento d’intensità acustica (v. accento, n. 1 a); a differenza dell’accento musicale, esso investe tutta una sillaba e non soltanto la parte vocalica di questa. 5. In statistica, con riferimento a una determinata «popolazione», è sinon. di eterogrado (e si contrappone a estensivo o omogrado). ◆ Avv. intensivaménte, in modo intensivo: coltivare intensivamente un terreno; zona intensivamente edificata.