insetti
insètti s. m. pl. [lat. scient. Insecta: v. insetto]. – Nella classificazione zoologica, classe di artropodi che comprende il maggior numero di esseri viventi e i più varî per forma; hanno il corpo rivestito da una cuticola (dermascheletro o esoscheletro), sempre diviso in tre regioni: capo, torace e addome. Il capo, costituito da una capsula rigida, è provvisto di antenne, di occhi, di ocelli e di un apparato boccale tipicamente formato da labbro superiore, due mandibole, due mascelle, labbro inferiore e prefaringe, ma che, in relazione ai particolari regimi dietetici proprî delle varie specie, subisce profonde modificazioni (tipo masticatore, masticatore lambente, succhiatore, succhiatore pungente, ecc.); il torace, composto di pro-, meso- e metatorace, è provvisto di tre paia di zampe e di uno o due paia di espansioni laterali, le ali, variamente sviluppate e conformate; l’addome è provvisto, a seconda dei gruppi e degli stadî, di processi e appendici varie (stili, cerci, pseudozampe, tracheobranchie, ecc.). Sono animali a sessi distinti, che si riproducono generalmente per anfigonia; abbastanza frequente è anche la partenogenesi, più rare la pedogenesi e la poliembrionia; sono ovipari, ma anche ovovivipari e vivipari. L’aspetto con cui il nuovo essere esce dall’uovo può essere simile a quello dei genitori, oppure completamente diverso (larva); nel secondo caso raggiunge la forma degli adulti dopo ripetuti rinnovamenti della cuticola (mute) e dopo aver compiuto una serie di trasformazioni (metamorfosi) che si verificano con varie modalità a seconda della specie. La forma più tipica e completa dello sviluppo è l’olometabolia, in cui l’insetto passa per gli stadî di larva, pupa o ninfa, e immagine o adulto o insetto perfetto, nel quale avviene la riproduzione.