inserire
v. tr. [dal lat. inserĕre, comp. di in-1 e serĕre «intrecciare, collegare»] (io inserisco, tu inserisci, ecc.). – 1. Riferito a cose materiali, introdurre, infilare, adattare un oggetto nella cavità di un altro oggetto, spesso fatta apposta per contenerlo, introdurre un pezzo di un meccanismo, di un congegno, nel posto esatto, e sim.: i. l’innesco in una mina; i. un tubo nell’altro; i. la lettera nella busta. Si intende di solito che l’oggetto inserito debba rimanere definitivamente o per un tempo più o meno lungo nel luogo dov’è stato collocato (non si direbbe perciò: i. una lama in una fessura per allargarla, ma piuttosto introdurre). Con sign. più ampio, introdurre o collocare una cosa fra altre: i. alcune pagine bianche in un libro; i. una scheda nello schedario; in partic., mettere a posto in un fascicolo, nella cartella relativa a una pratica, e sim., una lettera, un foglio, un documento (cfr. inserto): i. una dichiarazione fra gli atti di un processo; questa ricevuta va inserita nella cartella delle spese varie. In elettrotecnica, collegare in serie: i. un condensatore in un circuito; i. la spina nella presa di corrente (per estens., i. la corrente, far passare corrente in un circuito, in un apparecchio). 2. ant. o letter. Innestare: potrei io ... aver un rametto de quel fico, per inserire in qualche albero dell’orto mio? (B. Castiglione); avevo imparato a innestare, e l’albicocco che c’è ancora nel giardino l’ho inserito io sulle prugne (Pavese). 3. a. Introdurre in un’opera (anche letteraria o artistica), in uno scritto, in un complesso organico, in un corpo astratto, ecc., un elemento aggiunto, per lo più secondario o accessorio: l’architetto volle i. nella facciata un motivo decorativo; i. un episodio autobiografico in un racconto; i. una citazione, alcune note nel testo; i. dei versi nella prosa; i. nuovi brani nella seconda edizione di un’antologia; i. una clausola nel contratto; i. una vocale in un gruppo consonantico di difficile pronuncia; nel programma del concerto sarà inserita anche una composizione di autore contemporaneo. b. Pubblicare o far pubblicare in un giornale, o in un periodico in genere, un breve articolo, un avviso di carattere informativo o più spesso pubblicitario e sim. (v. inserzione): i. una diffida; i. una domanda d’impiego fra gli annunci economici, nella piccola pubblicità. c. Aggiungere o comprendere altri nomi, oggetti, elementi in un elenco: i. nel catalogo le ultime pubblicazioni, gli acquisti recenti; i. un argomento nell’ordine del giorno; nella lista degli invitati è stato inserito anche il tuo nome (oppure: sei stato inserito anche tu). 4. intr. pron. a. Introdursi, aggiungersi, anche di cose astratte: un fatto nuovo viene a inserirsi nella storia di questo periodo. b. Di parte del corpo animale, e in partic. di muscoli o tendini, essere attaccato in un punto determinato. Analogam. di organi vegetali (foglie, filamenti, pezzi fiorali) rispetto all’asse che li porta. 5. rifl. Di persona, entrare a far parte di un gruppo, di un ambiente; soprattutto in frasi come riuscire, non riuscire a inserirsi, cercare di inserirsi, avere difficoltà a inserirsi (nella società, nella vita civile, nel mondo del lavoro, ecc.), o, col part. pass., essere già inserito, non essere ancora ben inserito (in un ambiente, ecc.). Con sign. limitativo, entrare senza esser chiamato, o abusivamente, in un gruppo di altre persone, insinuarsi con astuzia e abilità in un ambiente superiore o diverso dal proprio, iscriversi per opportunismo in un partito al potere, e sim.: inserirsi in una conversazione; si è inserito anche lui fra i candidati al premio; è riuscito a inserirsi nell’alta finanza. ◆ Accanto al part. pass. inserito, è usata anche la forma insèrto (letter. e, talora, burocr.: il decreto sarà inserto nella raccolta ufficiale), che è invece com., e con sign. specifici, come s. m. (v. inserto).