iniettare
v. tr. [dal lat. tardo iniectare, intens. di inicĕre «gettar dentro», comp. della prep. in e iacĕre «gettare»] (io iniètto, ecc.). – 1. tr. a. Introdurre in una cavità del corpo o in un tessuto sostanze medicamentose, o anche stupefacenti, di norma per mezzo di una siringa (v. iniezione): i. un siero nel sangue, nell’organismo (per via endovenosa, per via intramuscolare, per via ipodermica); gli è stata iniettata una forte dose di morfina; iniettarsi nella vena una dose di eroina. Per estens., di sostanze che vengono introdotte nel sangue attraverso il morso di animali: neutralizzare con un antidoto gli effetti del veleno iniettato da una vipera. b. Immettere sostanze liquide, gassose, o particelle solide, in apparecchi, strutture e sim. (v. gli usi estens. della voce iniezione): i. carburante in un motore; i. cemento in una fondazione; con altra costruzione, soprattutto al passivo: legno iniettato con olio di catrame. 2. Come intr. pron., iniettarsi di sangue, riferito agli occhi, arrossarsi per eccessiva e improvvisa affluenza di sangue nei capillari, di solito in un violento accesso d’ira: gli occhi gli si iniettarono di sangue, aveva gli occhi iniettati di sangue (soprattutto con uso iperb., essere preso dall’ira, da una collera violenta, e sim.).