ingentilire
v. tr. e intr. [der. di gentile1, col pref. in-1] (io ingentilisco, tu ingentilisci, ecc.). – 1. tr. a. Rendere gentile o più gentile (nei varî sign. dell’aggettivo): studî che ingentiliscono l’animo, la mente; i. i costumi, le maniere; i. la lingua, lo stile, la propria arte; anche, rendere meno rozzo, meno selvatico: la vita nel nuovo ambiente lo ha ingentilito, o ha ingentilito i suoi modi. b. Per estens., riferito a cose o luoghi, rendere di aspetto più piacevole, più grazioso, meno rustico e sim.: Chiamò un dì Bassarèo, giovine dio, A ingentilir di pampini le rupi (Foscolo). c. In agraria, trasformare con selezioni o incroci una varietà di piante in un’altra che si distingua per caratteri utili nuovi. 2. intr. (aus. essere) Divenire gentile, farsi più gentile, e anticam. nobilitarsi: pensò di volere i. per moglie (Boccaccio), di acquistare cioè nobiltà sposando una donna nobile. Nell’uso com. è più frequente l’intr. pron.: nella consuetudine con l’arte l’animo s’ingentilisce; col crescere dell’età, i suoi lineamenti si sono ingentiliti. ◆ Part. pass. ingentilito, anche come agg., nelle diverse accezioni: un edificio ingentilito da logge e decorazioni; un quartiere ingentilito dai giardini; il gusto di catrame arrosto ingentilito di salsedine, quello lo sento ancora, nel vento del mare (Erri De Luca).