infelice
agg. [dal lat. infelix -icis, propr. «infecondo», comp. di in-2 e felix (v. felice)]. – 1. a. In senso soggettivo, di persona che non si sente felice, che ha lo spirito profondamente rattristato, tormentato da dolori, afflitto da sventure o da preoccupazioni gravi ben determinate e concrete (e in questo caso la sua infelicità può essere solo temporanea), o che soffre per natura di uno stato abituale di insoddisfazione, di irrequietezza, che la rende incapace di cogliere e assaporare gli aspetti lieti e gradevoli della vita: essere, sentirsi i.; un uomo, una donna i. (e analogam., anima, cuore, spirito i.); bambino i., triste e taciturno, o solo e abbandonato; madre, padre i., per es., per la perdita di un figlio; amanti i., per l’impossibilità di realizzare il loro amore (al sing., amante i., che non si vede corrisposto, o che ha perduto la donna amata). b. In senso più oggettivo (che esprime per lo più la commiserazione da parte di chi pronuncia la parola), di persona avversata, occasionalmente o permanentemente, dalla sorte, che vive in tristi condizioni materiali o morali, che è stata colpita dalla sventura, o dalla malattia, o anche da morte (spec. se improvvisa); affine quindi a sventurato, disgraziato. Con questi sign. è spesso sostantivato: avere, mostrare pietà per gli i.; povero i.!; stava l’i., immoto (Manzoni, parlando di don Rodrigo malato di peste nel lazzaretto); colpito dal proiettile, l’i. cadde senza una parola; è un i., non è altro che un i., di persona che conduca vita misera, o moralmente degradante, anche senza sua colpa. Talora, di chi ha una grave imperfezione o deformità fisica, o anche una minorazione mentale, dalla nascita o contratta successivamente: in seguito a quell’incidente restò i. per tutta la vita. 2. Riferito a cose: a. Che è causa d’infelicità o l’ha in sé; che è accompagnato o seguito o caratterizzato da sventure, dolori e sim.: avere avuto una vita i., un’infanzia i., un’i. sorte; essere in i. stato; un amore i., perché contrastato, o conclusosi tragicamente; nell’i. esilio; eventi i.; tempi i., nella storia di un popolo, epoche di calamità o di decadenza morale e civile. b. Più genericam., di tutto ciò che è contrario ai desiderî, o che per qualche ragione è motivo di dispiacere, di insoddisfazione, di malessere (anche collettivo): esito, risultato i.; le i. condizioni dell’economia di una nazione. c. Che ha avuto esito dannoso o funesto, o in genere che non ha sortito l’effetto voluto e sperato o ne ha avuti altri diversi e spiacevoli: impresa, guerra i.; un tentativo i.; fu un matrimonio i.; idea, scelta, decisione i.; riferito alla persona: essere stato i. nella scelta, nella decisione. d. Di azione o parole, inopportuno, inadatto al momento o all’ambiente, che provoca o poteva provocare inconvenienti: il suo gesto fu veramente i.; disse una frase i.; uscì con una battuta, con una trovata i.; della persona: sei stato veramente i. con quella frase. Con sign. più tenue, locuzione i., che non esprime adeguatamente il pensiero, o linguisticamente impropria. e. Mal fatto, mal riuscito, brutto: ha un fisico i., un corpo mal formato, di struttura disarmonica; versi i.; quadro, disegno, lavoro i.; una traduzione i.; e riferito alla persona, all’autore dell’opera: in questi versi, in questo disegno, in questa versione, il poeta, il pittore, il traduttore è stato i. (ma più comunem. si usa la litote poco felice). Con sign. simile: una casa, un locale i., ambienti i., scomodi, angusti, o architettonicamente imperfetti. f. Talora si contrappone più direttamente a buono oppure a fortunato, favorevole: avere un carattere, un temperamento i.; regione con clima i.; il paese sorge in posizione i.; la casa ha un’esposizione infelice. ◆ Avv. infeliceménte, in modo infelice, misero, doloroso: vivere infelicemente; in modo sfortunato: il tentativo si concluse infelicemente; inopportunamente: intervenendo infelicemente, ha complicato le cose.