infatuare
infatüare v. tr. [dal lat. infatuare «rendere balordo; stordire», der. di fatuus «fatuo, sciocco», col pref. in-1] (io infàtuo, ecc.). – 1. ant. Rendere fatuo, stolido; privare del senno. 2. Suscitare in altri un interessamento, un entusiasmo eccessivo o irragionevole, e per lo più passeggero, per qualche cosa: sono stati gli amici a infatuarlo di quelle idee. Più com. l’intr. pron., entusiasmarsi in modo eccessivo, fanatico: infatuarsi del calcio, del cinema; infatuarsi di una donna, invaghirsene, innamorarsene in modo da esserne ossessionato; infatuarsi nel discorso (non com.), impegnarcisi con ardore, tanto da perdere il senso della misura. ◆ Part. pass. infatüato, anche come agg., in unione col verbo essere, e con usi analoghi alla forma intr. pron. del verbo: essere infatuato di uno sport, della musica pop, di un’attrice; anche, essere infatuato di sé stesso, riferito a persona piena di vanità, di presunzione e di sciocco compiacimento di sé, delle proprie doti, della propria bellezza, ecc.; anche usato assol.: sono persone infatuate, con la testa piena di vane fantasie, esaltate.