ineffettuale
agg. Non reale, privo di concretezza. ◆ La disperazione della vittima dell’usura è una marea che non cessa di salire: è una disperazione che altre alternative non vede che la fine della spietata servitù. Questa fine appare sempre più remota, irreale, ineffettuale. (Sergio Piro, Repubblica, 19 ottobre 2000, Napoli, p. I) • Forse la ricchezza della cultura laica oggi sta un po’ stretta dentro le maglie del discorso filosofico. Non discuto la serietà di un pensatore come [Giulio] Giorello. […] Il suo messaggio, per quanto condivisibile, risulta fatalmente arido. Del tutto privo di ogni drammaticità umana, e perciò ineffettuale, incapace di riscaldare i cuori. Né ci aiuta a capire una distinzione decisiva: il relativismo significa non equivalenza di tutti i valori, ma rinuncia a imporre ad altri i propri (in quanto considerati superiori). (Filippo La Porta, Corriere della sera, 26 luglio 2005, p. 35, Cultura) • la logica della rappresentazione democratica del confronto sociale non ha affrontato tensioni e disuguaglianze, bensì le ha neutralizzate in un gioco delle parti sempre più estrinseco e ineffettuale. (Federico Leoni, Manifesto, 21 giugno 2008, p. 14, Cultura e Visioni).
Derivato dall’agg. effettuale con l’aggiunta del prefisso in-.
Già attestato nel Corriere della sera del 10 agosto 1992, p. 2, In primo piano (Giuliano Ferrara).