induzione
induzióne s. f. [dal lat. inductio -onis, der. di inducĕre «indurre», part. pass. inductus; nelle accezioni scient. dei nn. 3 e 4, dal fr. induction e ingl. induction]. – 1. non com. L’atto di indurre, di agire cioè con la persuasione o in altro modo sulla volontà di una persona, spingendola a compiere determinati atti: i. al peccato, al delitto, al tradimento, alla prostituzione. In partic.: nel diritto, i. al matrimonio mediante inganno, reato consistente nel contrarre matrimonio occultando all’altro coniuge l’esistenza di un impedimento che non sia quello derivante da precedente matrimonio (è punibile soltanto se l’impedimento occultato è causa di annullamento del matrimonio); in economia, il fatto di dare origine anomala a un fenomeno: i. di un consumo, di un’inflazione (v. indótto). 2. a. Procedimento logico, opposto a quello della deduzione, per cui dall’osservazione di casi particolari si sale ad affermazioni universali (o, nella statistica, alla formulazione delle regolarità statistiche): ragionare, argomentare, dimostrare per induzione. Nelle scienze sperimentali, i. empirica o incompleta, l’enunciazione di una legge valida in generale soltanto sulla base di una successione finita di osservazioni, nel presupposto che siano validi certi caratteri di regolarità nel fenomeno studiato. b. Per estens., congettura, supposizione formata attraverso un procedimento induttivo: i. legittima, illegittima, arbitraria. 3. Nel linguaggio scient., in genere, modificazione che determinate proprietà di un corpo subiscono per la vicinanza di un altro corpo. In partic.: a. In fisica: i. aerodinamica, il complesso dei fenomeni che, per es. negli aeroplani, si hanno tra ala, fusoliera, impennaggi, carrello, ecc., oppure tra velivolo e suolo nelle fasi di decollo e di atterraggio; in elettrologia, i. elettrica (o elettrostatica, se si considerano fenomeni elettrostatici), fenomeno elettrico consistente nel fatto che un conduttore (corpo indotto), esposto al campo elettrico generato da un corpo carico (induttore), si elettrizza a sua volta; con diverso sign., i. elettrica (o meglio i. dielettrica), la grandezza vettoriale (misurata in coulomb/m2) che rappresenta il campo elettrico generato dalle sole cariche elettriche libere, distinta dal vettore campo elettrico, che rappresenta il campo generato da tutte le cariche, incluse quelle di polarizzazione in dielettrici eventualmente presenti; nel magnetismo, i. magnetica, fenomeno per cui un corpo, sottoposto all’azione di un campo magnetico, si magnetizza a sua volta; all’intensità di tale fenomeno si può ricondurre l’omonimo vettore i. magnetica (misurato in tesla) che, più in generale, dà conto delle azioni che un campo magnetico esercita su di un circuito percorso da corrente o su cariche elettriche in movimento; i. elettromagnetica, fenomeno per cui, se un circuito elettrico è posto in un campo magnetico, al variare del flusso d’induzione magnetica concatenato col circuito si manifesta in quest’ultimo una forza elettromotrice indotta la quale tende a far circolare nel circuito stesso una corrente tale che il campo magnetico da essa creato si oppone alla variazione del flusso concatenato che l’ha generata; i. nucleare, fenomeno d’induzione elettromagnetica dovuto al campo magnetico, variabile nel tempo, generato dal moto oscillatorio di nuclei atomici, dotati di un momento magnetico intrinseco e assimilabili quindi a dipoli magnetici. Nel linguaggio tecn., è frequente la locuz. a induzione, con riferimento a dispositivi, apparecchi, procedimenti in cui vengono sfruttati fenomeni d’induzione: forno a i.; macchine elettriche a i., quelle in cui vengono sfruttati fenomeni d’induzione elettromagnetica (motori elettrici, alternatori, dinamo). b. In embriologia, l’influenza esercitata da un’area o abbozzo embrionale su una regione contigua, in modo da determinare in quest’ultima il differenziamento di particolari organi. c. In medicina, i. ossea, la capacità di alcuni tessuti e di particolari sostanze da essi estratte di promuovere la formazione di tessuto osseo da parte dei connettivi normalmente privi della capacità di produrre tale tessuto. d. In biologia molecolare, i. enzimatica, capacità dei batterî di operare la sintesi degli enzimi necessarî a utilizzare un particolare substrato specifico, col quale siano venuti a contatto. 4. In chimica e biochimica, periodo o tempo di induzione, per alcune reazioni, il periodo iniziale durante il quale il processo appare quiescente. In chimica fisica, tempo di induzione, il periodo che, nella cristallizzazione di un composto da una soluzione, deve trascorrere prima che nella soluzione, divenuta soprasatura, compaiano i primi germi cristallini; analogam., nel caso dell’ebollizione, il tempo che deve trascorrere affinché il liquido surriscaldato vaporizzi e l’ebollizione abbia inizio.