indultino
s. m. Provvedimento legislativo di clemenza verso i detenuti, che produce effetti di portata molto inferiore alle aspettative. ◆ La maggioranza punta su un «indultino». Preso atto dell’impossibilità di approvare amnistia o indulto con i voti (necessari) del Polo, la commissione Giustizia del Senato conta di approvare entro oggi le misure del pacchetto Fassino (due articoli sono passati ieri). (Foglio, 27 luglio 2000, p. 1, Prima pagina) • L’impressione che prevale tra i componenti della commissione è che per l’indulto si stia cercando di prendere tempo, mentre si spiana sempre di più la strada per l’«indultino», il provvedimento presentato da [Giuliano] Pisapia, Enrico Buemi e Giuseppe Fanfani che prevede la sospensione degli ultimi tre anni di pena per chi abbia già scontato un quarto della condanna. (Sicilia, 15 gennaio 2003, p. 8, Interno) • Sono ancora numerosi i processi in corso con decine di imputati (basti ricordare quello del G8, quello alla cosiddetta mafia albanese e ai biscazzieri delle macchinette mangiasoldi) che, nell’eventualità di una sentenza di condanna, avranno diritto sia all’abbuono dei tre anni, sia all’indultino – che prevede la cancellazione di due anni di reclusione – sia all’azzeramento delle sanzioni pecuniarie. (Vincenzo Curia, Repubblica, 16 giugno 2008, Genova, p. V).
Derivato dal s. m. indulto con l’aggiunta del suffisso -ino1.
V. anche indulticchio.