inciucista
s. m. e f. e agg. Chi o che tende all’inciucio, al compromesso poco trasparente. ◆ Sullo sfondo tutti gli altri, gli intransigenti per il no alla guerra «senza se e senza ma» e gli inciucisti che a furia di «se» e di «ma» dimenticano il «no». (Curzio Maltese, Repubblica, 21 marzo 2004, p. 17, Commenti) • [Romano] Prodi e tutti o quasi i leader dell’Unione sono d’accordo nel dire che, una volta riconosciuto, con il loro (stentato) successo, il loro (pieno) diritto a governare, intendono esercitarlo in spirito di dialogo con le opposizioni, in primo luogo sul terreno istituzionale. Ma in che cosa possa effettivamente consistere un dialogo che non può limitarsi a un minimo di fair play e nemmeno soltanto alla ricerca di un’intesa per il Quirinale, faticano a dirlo. E se qualcuno prova a entrare nel merito, o dà l’impressione di avere un po’ troppo a cuore il problema, lo fa a rischio di vedersi sospettato di nostalgie «inciuciste». (Paolo Franchi, Corriere della sera, 15 aprile 2006, p. 1, Prima pagina) • l’apporto della destra si apprezza, per esempio, «nel nuovo atteggiamento in materia di sicurezza». Socialismo tricolore, verrebbe da dire. E qui [Ferdinando] Adornato contesta duramente la tesi del [Silvio] Berlusconi dialogante, inciucista, in una parola «democristiano». (Ugo Magri, Stampa, 26 maggio 2008, p. 4, Interno).
Derivato dal s. m. inciucio con l’aggiunta del suffisso -ista.
Già attestato nel Corriere della sera del 10 maggio 1996, p. 5 (Goffredo Buccini).