incidere2
incìdere2 v. tr. [dal lat. incĭdĕre, comp. di in-1 e caedĕre «tagliare»] (coniug. come il verbo precedente). – 1. Tagliare incavando, operare su una superficie un taglio per lo più netto e sottile: i. la corteccia di un albero; i. la cute, col bisturi, nell’esecuzione di un intervento chirurgico; i. un ascesso, per farne uscire il pus; i. superficialmente, profondamente. Nel linguaggio di cucina, fare un taglio piuttosto superficiale a un alimento (carne, pesce, verdura, frutta, impasti varî), sia a scopo decorativo, sia, in taluni casi, per migliorare la cottura o far penetrare meglio il condimento. Per estens., con riferimento all’azione erosiva degli agenti atmosferici sulla superficie terrestre: una cresta incisa dalle acque meteoriche. 2. Intagliare, in cavo o a rilievo, metallo, legno, marmo, ecc., per ricavarne segni, lettere, figure: i. il rame o in rame o su rame; i. in legno; i. col bulino; i. un’acquaforte; i. un bastone; e con il compl. oggetto della scritta o del disegno che si ricava: i. su una lapide il nome di un poeta (e con frase per lo più iperbolica: i. a caratteri d’oro); far i. sull’anello la data delle nozze. Fig., di parole, fissare, imprimere in modo durevole: i. una massima nella memoria; in questa accezione, è usato anche l’intr. pron.: quelle parole s’erano incise profondamente nel suo animo. 3. Eseguire, con particolari tecniche, la registrazione di suoni, voci e sim. su appropriati supporti; è usato sia con riferimento a chi compie il processo tecnico dell’incisione: i. una canzone, un’opera, un discorso; una casa discografica che l’anno scorso ha inciso più di un milione di dischi; sia al cantante, al musicista, all’attore e sim. che eseguono ciò che forma il contenuto dell’incisione stessa: un cantautore che ha inciso molti CD; la 3a Sinfonia di Beethoven incisa da Toscanini. 4. ant. Tagliare, recidere: E rivedendo va l’incise travi, Già in macchine conteste orrende e gravi (T. Tasso). ◆ Part. pass. inciṡo, anche come agg.: gemme incise; una valle profondamente incisa.