incallire
v. intr. e tr. [der. di callo] (io incallisco, tu incallisci, ecc.). – 1. intr. (aus. essere) Fare il callo, diventare calloso: le mani incalliscono nell’uso della zappa; anche con la particella pron.: mi si sono incallite le mani. Fig., acquisire abitudini che diventano inveterate: incallire nel vizio. 2. tr. Far diventare calloso: l’uso costante del remo gli ha incallito le mani; fig., rendere insensibile: il trovarsi sempre in mezzo alle sventure gli ha incallito il cuore (o lo ha incallito). ◆ Part. pass. incallito, frequente con uso verbale e di agg.: mani incallite dalla fatica, o nella fatica; i polpastrelli senza unghie, incalliti alla tastiera (Borgese); in senso fig., assuefatto da lunga abitudine, spec. a qualcosa di riprovevole: un uomo incallito nel vizio; un giocatore, un bevitore, un peccatore incallito; cuore, animo incallito, insensibile, incapace di commozione.