imprimere
imprìmere v. tr. [dal lat. imprimĕre, comp. di in-1 e premĕre «premere»] (pass. rem. imprèssi, imprimésti, ecc.; part. pass. imprèsso). – 1. Premere sopra; lasciare, mediante la pressione, un segno, un’impronta: i. il sigillo nella cera o i. un’immagine col sigillo; i. un marchio a fuoco; i. le orme sulla sabbia; estens., i. un bacio sulle guance, sulla fronte. Fig.: i. il suggello del proprio ingegno in un’opera; i. un’orma duratura di sé nella storia; il sacramento del battesimo imprime nell’anima un carattere indelebile; vedrai colui che ’mpresso fue, Nascendo, sì da questa stella forte, Che notabili fier l’opere sue (Dante), ha sentito così forte l’influsso di Marte alla nascita, che ...; imprimere, imprimersi (cioè imprimere a sé stesso) nella mente, nel cuore, nell’animo (un pensiero, un concetto, una nozione, o un ricordo, delle parole, un’immagine, ecc.), fissare saldamente: Amor ... nel cor m’ha impresso La forma tua, così leggiadra e bella (Ariosto); e come intr. pron.: le sue parole si sono impresse fortemente nel mio animo; va a scuola, dove ho la certezza che nulla possa accadergli, nulla s’imprima nella sua mente, siccome egli sonnecchia per tutto il tempo scolastico (Gianni Celati). 2. non com. Stampare; con questo sign., si adopera soprattutto nel passivo, e spec. nel part. pass.: libro impresso a Venezia; volume rilegato in pelle, con fregio impresso in oro. 3. Dare, comunicare, in frasi come i. movimento, i. velocità, i. una spinta a un corpo, e sim. 4. In pittura, rivestire di opportune sostanze una superficie che si deve dipingere; procedere all’imprimitura. ◆ Part. pass. imprèsso, anche come agg.: immagine, figura impressa; in paletnologia, ceramica impressa, ceramica decorata con impressioni praticate con strumenti varî (per es., unghie, cordicelle, punzoni) sulla superficie molle del vaso prima della sua cottura, tipica di molti aspetti culturali del neolitico antico ma presente anche in epoche più recenti; fig., restare, rimanere impresso, di parola o frase, immagine, vista, ricordo che si fissano a lungo e intensamente nel cuore o nell’intelletto; mestizia, rassegnazione impressa nel volto (o volto impresso di mestizia, ecc.); meno com., voce impressa di vivo affetto, di commozione, e sim.